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L'appuntamento

Chianti, tutto sull’anteprima 2014

21 Gennaio 2014
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Chianti è sicuramente sinonimo di un “made in italy” famoso in tutto il mondo che rende prestigio ed orgoglio all’Italia. 

Non solo rappresenta una delle zone più belle della Toscana ma l’immagine che evoca è quella di un paesaggio fatto da chilometri e chilometri di vigneti che danno vita ad uno dei prodotti più importanti dell’enologia italiana. Il paesaggio e il suo vino  hanno conquistato numerosi turisti determinando una “migrazione” al contrario facendo acquistare a inglesi, tedeschi e americani  case e fattorie tanto da coniare il termine “chianti shire”. Questo ha sicuramente contribuito al successo di questo vino all’estero tanto che in questa era tecnologica proprio il “Chianti” è il vino più citato dagli stranieri su twitter in sei differenti lingue.

Sarà proprio questo vino ad aprire il 16 febbraio presso la Fortezza da Basso – Padiglione Spadolini –  la settimana delle “Anteprima di Toscana” con la presenza di circa 100 aziende produttrici. Il Presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi ribadisce l’importanza di iniziative di questo genere in quanto “utilissimo strumento di comunicazione tra i produttori e gli operatori che assaggeranno e conosceranno da vicino l’immensa realtà in cui operiamo”. Realtà quella del Consorzio, nato nel 1927, che tutela oltre 2500 produttori, per 800.000 ettolitri di vino prodotto nel cuore della Toscana nelle zone tra le province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena e che ad oggi ha un giro di affari di circa 300 milioni di Euro.

Tale organismo si occupa di garantire un vino, la cui origine si perde nei secoli,  dallo standard qualitativo elevato e dalle precise caratteristiche sensoriali consacrato fin dall’800 e con un apposito disciplinare di produzione dal 1967, anno in cui ha ottenuto la Denominazione di Orgine Controllata e Garantita, ed è stato integrato con le specifiche coltivazioni (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rufina, Montespertoli). Busi, in carica dal 2010, continua a portare avanti la tradizione e la storia di un vino così  famoso coniugando queste due caratteristiche ad una forte attenzione al mercato estero visto il successo nel mondo di questo prodotto. 
 
Presidente, nel 2014 per la prima volta tutte le Docg Toscane si riuniscono sotto un unico marchio per presentare al mondo le proprie eccellenze enologiche. Come giudica questo progetto promosso dalla Regione Toscana?
“L'iniziativa sarebbe molto interessante e da noi sempre appoggiata. Mancano però il Brunello, il Chianti Classico, il Nobile di Montepulciano e la Vernaccia che la fanno separatamente. Quando saremo tutti insieme sarà un grande successo della Toscana”.

Crede che il marchio Tuscany Taste possa aiutare la sua denominazione e se si in che modo?
“Il Chianti non ha bisogno di marchi aggiuntivi o loghi per avere una maggiore visibilità e conoscenza del grande pubblico, semmai Tuscany Taste aiuta a presentarci uniti”.

Il Vino Toscano oggi può ancora spendere il proprio “marchio di fabbrica” nel mercato internazionale o questo valore aggiunto inizia a essere minacciato dai nuovi territori enologici nati negli ultimi decenni e anni nei vari continenti?
“Certamente la concorrenza è forte, ma onestamente la fama e gli sforzi delle imprese toscane sono tali, che onestamente, ad oggi, non temono concorrenza”.

Com'è la situazione del Chianti nel  mercato attuale? Come sono andate le vendite nel 2013 e quali prospettive ci sono per il 2014?
“Il mercato attuale è ancora molto favorevole, infatti i prezzi dello sfuso negli ultimi due anni sono aumentati e il mercato continua a tirare. Se dovesse dare tre consigli ai produttori della sua denominazione quali sarebbero? Primo reimpiantare i vecchi impianti. Secondo accorparsi, in varie forme, per ridurre i costi di produzione. Terzo essere sempre più presenti sul mercato, per trasmettere la passione a l'amore per la nostra terra del Chianti”.

Valentina Paolini