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L'appuntamento

Nobile di Montepulciano, tutto sull’anteprima 2014

24 Gennaio 2014
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Montepulciano potrebbe tranquillamente definirsi un museo a cielo aperto con la peculiarità che, da sempre, l’arte e la bellezza dei luoghi sono indissolubilmente legate al vino prodotto nel territorio circostante.

La tradizione vinicola di questo Comune ha origini lontane addirittura un documento rinvenuto e riferibile  al vino di Montepulciano è del 789 – nel quale si offriva un terreno coltivato a vigna – fino ad arrivare ai due riconoscimenti principali  della Doc nel 1966 e della Docgnel 1980, primo vino in Italia ad ottenerla.

Ed è proprio questo connubio di arte e vino che caratterizza il Vino Nobile di Montepulciano e lo rende motore dell’economia del territorio con circa 55.000 ettolitri di Vino Nobile e circa 18 mila di Rosso di Montepulciano. Grande attenzione quindi per gli operatori del settore per il consueto appuntamento di presentazione delle nuove annate in commercio,con particolare riguardo a “il Nobile 2011” e  “la Riserva 2010”,  presso la Fortezza di Montepulciano il  16, 17,18 e 20 febbraio per la stampa con la proclamazione delle stelle alla vendemmia 2013 .

L’Anteprima promossa dal Consorzio è in realtà una vera occasione di festa per Montepulciano con tutta una serie di attività collaterali aperte agli enoturisti ed appassionati che si protrarranno fino al 21 febbraio. Questo denota la peculiarità di questo Consorzio e dei suoi associati – circa 251 la quasi totalità dei produttori. Oltre a tutelare e promuovere dal 1965, l’immagine dei vini del comune (la Docg “Nobile” e le DocRosso di Montepulciano, Vin Santo, Chianti Colli Senesi e Bianco Vergine Val di Chiana), attua programmi per il costante miglioramento della qualità, di ricerca sui vitigni, partecipa alla vita sociale del Comune con iniziative di carattere culturale ( è finanziata dagli stessi produttori del Vino Nobile la Fortezza dove si svolge l’Anteprima). Portavoce di questa particolare filosofia è l’attuale Presidente del Consorzio Andrea Natalini in carica dall’aprile 2013 che conosce tale realtà dall’interno visto che è lui stesso produttore.

Presidente, nel 2014 per la prima volta tutte le Docg Toscane si riuniscono sotto un unico marchio per presentare al mondo le proprie eccellenze enologiche. Come giudica questo progetto promosso dalla Regione Toscana?
“Sicuramente in maniera positiva, del resto come Consorzio da ormai decenni, insieme a Chianti Classico e Brunello di Montalcino, abbiamo capito che l'unione non può che fare la forza e a questo proposito abbiamo promosso iniziative anche all'estero. Certo come in tutte le cose si tratta di una prima assoluta, anche per i buyers e per la stampa che saranno chiamati a partecipare, per questo con fiducia collaboreremo alla migliore riuscita di questo evento che per la prima volta mette insieme il brand Toscana del vino”.

Crede che il marchio Tuscany Taste possa aiutare la sua denominazione e se si in che modo?
“Credo che in un momento così particolare per l'economia, per il vino in particolare, per superare la grande frammentazione che esiste nel settore presentarsi con un cappello unico, soprattutto per l'estero, possa essere un ottimo modo per aprire al mercato. Certo il nome Toscana risuona come sinonimo di estrema qualità, tuttavia è giusto che si studino politiche promozionali che nel mettere in primo piano il brand congiunto non sminuiscano il valore di singole denominazioni”.

Il Vino Toscano oggi può ancora spendere il proprio “marchio di fabbrica” nel mercato internazionale o questo valore aggiunto inizia a essere minacciato dai nuovi territori enologici nati negli ultimi decenni e anni nei vari continenti?
“I nuovi competitor giocano sul prezzo unito a una qualità media apprezzabile. Quello su cui noi possiamo e dobbiamo puntare sono la storia e il territorio dei nostri vini, cose che nessuno al mondo, tolto alcuni casi, può eguagliare e certo la Toscana gioca questa carta forte di una grande tradizione”.

Com’è la situazione della Vino Nobile di Montepulciano nel  mercato attuale? Come sono andate le vendite nel 2013 e quali prospettive ci sono per il 2014?
“Fortunatamente la nostra denominazione è sana e da qualche anno registriamo il sold out in cantina. Questo sicuramente è dovuto al rapporto qualità prezzo dei nostri vini, ma anche a un livello qualitativo medio che si è uniformato creando una riconoscibilità per il consumatore. Puntiamo molto sul mercato estero che assorbe oltre il 70 per cento della nostra produzione, ma non dimentichiamoci di promuovere il nostro vino in Italia”.

Se dovesse dare tre consigli ai produttori della sua denominazione quali sarebbero?
“Il primo è di non perdere mai di vista il forte legame con il territorio. Poi sicuramente quello di continuare in questa strada che da qualche anno i produttori hanno seguito con molta condivisione delle strategie di prodotto e di mercato. Infine, mi permetto di dirlo in qualità di presidente, ma soprattutto di produttore: credere sempre nel consorzio come punto di riferimento per la qualità e per la promozione di questo grande prodotto che abbiamo l'onore di rappresentare”.

Valentina Paolini