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Birra della settimana

La Birra della Settimana – Serpe del birrificio Chianti Beer Fighters

24 Settembre 2017
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di Mauro Ricci

Radda in Chianti insieme a Castellina e Gaiole rappresentano uno dei territori più belli d’Italia per amenità dei luoghi. Il Chianti storico, terra di grandi tradizioni vinicole (Chianti Classico, dal 1716), ci ha suggerito la birra della settimana, la ”Serpe” del birrificio “Chianti Beer Fighters” che dal 2016 produce a Radda, con buon successo e consenso.

Stefano, Marco e Giulio soci nel birrificio, si approcciano al mondo della birra molto presto. Si conoscono alle scuole superiori, era il 1998 e i tre compagni insieme ad altri amici fondano un gruppo musicale, la Drink’ n’Roll Band. Sono gli anni fondamentali del punk. Racconta stefano: “L’amicizia si consolida, viviamo per un certo tempo nella stessa casa che chiamiamo “la casa degli scherzi”, poi la sala prove, i concerti lontano da casa, amicizie in giro per l’Italia e tanta tanta birra”. Quando il gruppo si scioglie i rapporti dei tre continuano a essere intensi. Marco prende in gestione un ristorante e diventa sommelier. Intanto apre vicino casa il primo beershop e i tre cominciano a frequentarlo. L’amore per la birra di qualità e artigianale li conquista rapidamente. Stefano e Giulio fanno i primi corsi di degustazione con Unionbirrai e il germe si è ormai insinuato e non li abbandonerà più. La prima esperienza di cotta casalinga è molto deludente, anzi un disastro, ma come dice Stefano, la passione ormai è tale da fare superare ai tre ogni delusione.


(Stefano, Marco e Giulio, i tre fondatori del birrificio)

Fanno un corso per homebrewer a Firenze e si dedicano a uno studio intenso e “disperatissimo” sia pratico che teorico, che comincia a portare i primi risultati positivivi. Stefano fa un corso al’università di Perugia per tecnico birraio e continua a fare cotte con suo piccolo impianto in garage. Cresce la voglia di fare parte di questo mondo cosi vivace e indipendente che li porta a sentirla come una necessità. Intanto dal piccolo impianto nel garage continuano a uscire birre sempre più equilibrate, precise e diventa incontenibile, soprattutto in Stefano, il desiderio di creare ricette proprie che gli si delineano sempre più chiaramente in testa. La linea di sviluppo delle proprie birre appare già evidente nei fatti: ai tre piacciono birre semplici equilibrate molto attenuate, ma ben riconoscibili. I riferimenti sono gli stili angloamericani e belgi e si definisce anche l’idea di avviare un birrificio.


(La sala cotta)

I conti e i piani sono pronti. Giulio, che lavora nell’impresa di famiglia, è un buon supporto specifico per il lancio e il sostegno dell’inizitiva. “Il birrificio sarà a immagine e somiglianza dei fondatori, quindi a questo punto per cominciare, resta solo da definire il luogo: e perché non in Chianti?- raccontano – Nella terra del vino facciamo la birra. Non è una provocazione, ma un modo alternativo di guardare il territorio, e alternativo da sempre è stato il nostro modo di pensare e la nostra attitudine alla vita. Questo il motto e questa la filosofia”. Queste affermazioni denotano l’entusiasmo e l’energia di questi tre moschettieri, che sicuramente una prima battaglia l’hanno vinta: tutta Radda (1.500 abitanti), gli operatori del vino, i bar e gli operatori del settore sono stati curiosi di conoscere i nuovi arrivati, in prima istanza intrusi e li hanno rapidamente adottati, comprando anche le loro birre. Per il piccolo paese è stata una occasione e una opportunità di lavoro potenziale e reale. Stefano, definitivamente birraio, affina le armi facendo affiancamenti in birrifici più navigati e divenuti rapidamente amici.

Le birre sono in parte il frutto di una messa a punto di quelle fatte nel garage, una “golden ale” di ispirazione belga secca e di grande bevibilità, una california common (la serpe) ambrata dall’America, una stout, ispirata dall’Irlanda, scura con sentori di tostato e una vena acidula e una strong ale ispirata dal Belgio con sentori di frutta passita, tutte in linea con gli stili di riferimento, ma con personalissime varianti che le rendono assolutamente connotate. Recentemente si è aggiunta una bianca secondo una linea evolutiva che prevede la costruzione di una Iga, birra con mosto di uva aggiunto (quasi d’obbligo come omaggio al territorio) e poi le fermentazioni spontanee con la botte e il tempo, quasi un confronto con gli emergenti vini naturali.

La serpe, Califonia common o steam beer, un tipo di lager, stile e realizzazione tutta californiana la cui storia singolare nasce alla fine del 1800. I birrai, a quella data in California non avevano sistemi di refrigerazione e dovevano darsi da fare per trovare il modo di produrre la birra nella maniera migliore e velocemente con le limitazioni dovute alle condizioni climatiche. La soluzione più convincente fu l’adozione di un particolare lievito a bassa fermentazione che si adattava in maniera sorprendente a temperature più alte rispetto a quelle utilizzate per le normali lager. Una fermentazione ibrida, si può definire che ha incuriosito e attratto Stefano che con qualche modifica alla ricetta, luppoli tedeschi anziché americani e con una tecnica di inserimento del luppolo detta “first wort hopping” per dare un amaro più rotondo e morbido, con la temperatura tenuta fissa a 17 gradi fino alla attenuazione massima, ossia con la percentuale degli zuccheri residui minima per ottenere più secchezza e una buona riduzione della parte caramellata dei malti.

La serpe, versata nel bicchiere esprime una schiuma bianca di buona consistenza, grana media, il liquido sottostante è leggermente velato di un colore ambrato chiaro. I profumi sono lievi di miele, caramello, frutta fresca, erba. Alla bevuta un iniziale morbido rotondo senso di malto che scivola lievemente sull’amaro che resta nel retrogusto leggero secco e che dà una sensazione iniziale di appagamento con un ritorno di voglia di bere ancora, non golosa, tranquilla. Bevuta più asciutta rispetto a una lager tradizionale che premia lo sforzo del birraio con un risultato comunque preciso e controllato per serate in compagnia chiacchere vivaci e bevute allegre. La bottiglia da 33 cl costa 5 euro.

Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci

Chianti Brew Fighters
Via Guido Rossa, 10/C
Radda in Chianti (Siena)
+39 366 8370024
info@chiantibrewfighters.com

Il birrificio è aperto al pubblico per la vendita diretta. Su richiesta, possibilità di visite guidate e degustazioni