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La manifestazione

Enologica, a Bologna la kermesse comincia un mese prima nel segno della “REgeneration”

04 Ottobre 2018
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di Michele Pizzillo, Milano

La novità dell’edizione 2018 di “Enologica”, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna in programma a Bologna dal 6 all’8 ottobre è l’anticipo di un mese della data usuale in cui si tiene questo importante appuntamento.

Perché, ha detto il direttore dell’Enoteca Regione Emilia Romagna che organizza la manifestazione, Ambrogio Manzi nel corso della presentazione a Milano, “da sempre a Enologica portiamo anche molti buyer e giornalisti stranieri. Abbiamo ritenuto necessario mostrare loro il nostro territorio in un momento in cui le campagne sono ancora ricche di vegetazione, i cui i primi colori autunnali donano un fascino indimenticabile alle colline, in cui è ancora possibile vedere anche le aziende vinicole all’opera. Tutti elementi che rappresentano un plus per un visitatore straniero che in ottobre può ancora godere appieno di tutte le attività all’aperto e delle splendide ricchezze anche culturali della regione. Da qui la scelta di anticipare l’evento di oltre un mese”. La conferma, invece, riguarda la location della manifestazione e, cioè, Palazzo Re Enzo nel cuore di Bologna e, l’organizzazione di Enoteca Regionale Emilia Romagna, grazie alla quale Enologica ha attratto un numero sempre maggiore di aziende partecipanti, di operatori del settore italiani e stranieri e di pubblico, facendo segnare nelle ultime edizioni un costante trend positivo.

Per questo, il tema che percorrerà Enologica 2018 sarà rigenerazione perché, sottolinea il presidente dell’Enoteca, Pierluigi Sciolette “come abbiamo evidenziato in più occasioni i vignaioli dell’Emilia Romagna sono impegnati nell’elevare la qualità dei propri prodotti. Per rendere merito a questi sforzi abbiamo deciso di innalzare l’asticella nelle attività di promozione per “rigenerare” la nostra regione ed Enologica rappresenta proprio uno di questi importanti momenti, grazie anche al fondamentale contributo dei vari Consorzi di tutela e di valorizzazione”. E, così, “REgeneration”, che ha preso il via al Vinitaly 2018, diventa un contenitore di “azioni”, che vedono l'Emilia Romagna style e la promozione dei valori vitivinicoli fondersi con la cultura del  buon e del vivere bene. Una spinta propulsiva che abbraccia la sostenibilità, l'etica e il rispetto dell'ambiente. “Su questo versante stiamo lavorando, primi in Italia, per realizzare la certificazione di sostenibilità territoriale sociale, economica e ambientale per i vigneti e parallelamente a un progetto sull’enoturismo rivolto ai turisti italiani e soprattutto stranieri alla ricerca di un buon stile di vita”, aggiunge Sciolette. Una comunità d'intenti che percorre tutta la via Emilia, spina dorsale di uno scrigno di eccellenze, e che promuove le peculiarità dei diversi territori partendo dai protagonisti indiscussi che sono i vini a denominazione: Albana e Sangiovese per la Romagna, Pignoletto per il bolognese, Fortana per il ferrarese, Lambrusco per Modena, Reggio Emilia e Parma, Malvasia per Parma e Piacenza e Gutturnio per Piacenza.

Per l’edizione 2018, l’Enoteca Regionale Emilia Romagna ha coinvolto noti professionisti del mondo della comunicazione enogastronomica, a partire da Luca Gardini – con il quale Enoteca Regionale ha già dato vita all’innovativo progetto di comunicazione territoriale “Emilia Romagna a tutto campo” concepito attraverso la metafora del calcio -, che si occuperà in specifico delle masterclass sui vini regionali. Ma il Salone del vino prevede anche un ricco programma di eventi food con la coppia Adua Villa e Marco Colognese che curerà gli incontri con gli chef. Incontri che avverranno in due postazioni attraverso una serie di cooking show: uno più “pop” al centro del salone principale del Palazzo (quello che ospita anche i produttori) nel quale lo chef Daniele Reponi realizzerà i suoi “Panini d’Autore” utilizzando esclusivamente prodotti Dop e Igp made in Emilia Romagna; l’altro di carattere più tecnico e informativo che vedrà impegnati alcuni dei migliori chef della nostra regione. Questi ultimi incontri avverranno assieme a quelli sul vino curati da Gardini, per una sempre maggiore valorizzazione del connubio cibo-vino e territorio. “Vino e abbinamenti? Certo. Enologica 2018 sarà anche un momento di incontri e confronti in cui mettere nel piatto, o se preferite, nel bicchiere, opinioni, sensazioni, in una parola emozioni. Quelle che da sempre derivano da una terra viva e vitale come l’Emilia Romagna –  rimarca Gardini -. Enologica sarà una formidabile occasione per far incontrare i vini dei vignaioli emiliano romagnoli e i piatti di nove chef con personalità e stili peculiari: si tratterà di abbinamenti che a nostro giudizio non mancheranno di regalare al pubblico soddisfazioni e sorprese di notevole suggestione”.

Come di consueto, nella giornata del lunedì, riservata al pubblico degli addetti del settore food&wine, ci sarà anche la cerimonia di conferimento del Premio “Carta Canta” (con il patrocinio di FIPE Emilia Romagna), rivolto a ristoranti, enoteche, bar, agriturismi e hotel situati in regione, in Italia o all’estero che propongono un assortimento qualificato di vini regionali all’interno dei propri menù.

Questi gli incontri in programma, gratuiti e si possono prenotare a segreteria@enotecaemiliaromagna.it.

SABATO 6 OTTOBRE

Ore 12,30 – Dai colli alle sabbie: Pignoletto e Fortana

Relatore: Pier Bergonzi

Dai colli alla pianura, fino al mare. Un viaggio che parte dalle alture attorno a Bologna, grazie al Pignoletto, vino ottenuto da vitigno Grechetto Gentile, di bacca bianca molto plastica, che dà vita a etichette, frizzanti, spumanti o ferme o passiti che siano, dalla beva trascinante e ritmata. Poi la pianura fino alle sabbie, dimora del Fortana. Un vitigno a bacca rossa poco conosciuto, ma al tempo stesso contemporaneo, per quel suo saper coniugare basso tenore alcolico a una sapidità quasi elettrica. In accompagnamento due finger food dello chef Dario Picchiotti, dell’Antica Trattoria di Sacerno di Calderara di Reno.

Ore 14,30

Romagna Sangiovese, terra di territori

Relatore: Luca Gardini

Un vitigno, una terra e al suo interno tanti territori. Se il vitigno è un tramite per far emergere il ‘gusto’ del luogo, la Romagna ha una gamma di sapori praticamente inesauribile. Un incrocio di suoli a cui si aggiungono quelle ulteriori variabili, che finiscono per determinare le rispettive, oltre che tante, anime del Sangiovese di Romagna. In accompagnamento due finger food dello chef Ery Hodaj, del Podere San Giuliano di San Lazzaro di Savena.

Ore 16,30

Le mille bolle della regione

Relatore: Andrea Gori

Uno sguardo sulle bollicine di una regione, l’Emilia-Romagna, dalla spiccata attitudine effervescente. Uve bianche o rosse, autoctoni e non, fanno da oggetto a una tipologia che, in Emilia-Romagna, non è più soltanto un semplice complemento da brindisi, ma un vero e proprio soggetto del bere, specie in abbinamento con i piatti tipici della regione, ma non solo. In accompagnamento due finger food dello chef Max Poggi, del ristorante Massimiliano Poggi di  Trebbo di Reno.

DOMENICA 7 OTTOBRE

Ore 12,30

Gutturnio e Ortrugo: Colli Piacentini in biancorosso

Relatrice: Adua Villa 

Due vini un denominatore comune: i Colli Piacentini. Gutturnio e Ortrugo sono vini dai nomi, forse, poco immediati, ma dalla beva e dalla piacevolezza a dir poco fulminanti. Il bianco, l’Ortrugo, sa essere nitido e invogliante tanto in versione ferma quanto in quella effervescente. Il Gutturnio poi, frutto dell’unione di Barbera e Bonarda, sa coniugare succosità di frutto a spessore gustativo. In accompagnamento due finger food dello chef Cristian Mometti – de I Carracci di Bologna

Ore 14,30

Albana: secco o dolce?

Relatore: Daniele Cernilli

Il bianco della Romagna. Difficile da catalogare ma sicuramente da amare in varie tipologie: da secca a passita. Questa bacca bianca mostra una grande versatilità essendo in grado di mostrarsi fresca e diretta, ma anche generosa, morbida e quasi potente, specie nelle versioni dolci, dando origine, in quest’ultimo caso, a vini che non soffrono minimamente i paragoni con i grandi vini dolci del mondo. In accompagnamento due finger food dello chef Pietro Montanari de La Cesoia di Bologna.

Ore 16,30

Emilia-Romagna non solo terra di grandi rossi

Relatore: Andrea Grignaffini

La regione Emilia-Romagna grazie a un lavoro di valorizzazione dei propri vitigni autoctoni, anche a bacca bianca, ha da tempo dismesso i panni del territorio enologicamente, oltre che cromaticamente, orientato. Lo dimostra questo percorso alla scoperta dei grandi bianchi secchi della regione. Vini che sanno coniugare immediatezza, tipicità territoriale e, in molti casi, persino longevità. In accompagnamento due finger food dello chef Alessandro Panichi del Sotto l'Arco di  Villa Aretusi.

LUNEDI’ 8 OTTOBRE

Ore 14

Emilia-Romagna senza limiti di tempo

Relatore: Luca Gardini

Una delle caratteristiche che fanno grande un vino è, compatibilmente con la varietà e l’annata, la sua capacità di reggere il trascorrere del tempo. In questo seminario non solo si testeranno le doti di longevità dei vini della regione, ma anche la loro capacità di conservare la rispettiva definizione del proprio carattere sia esso di varietà, luogo di coltivazione o annata. In accompagnamento due finger food dello chef Vincenzo Vottero, di Vi.Vo. di Bologna

Ore 16

Bursôn e Centesimino, piccoli autoctoni crescono

Relatore: Othmar Kiem

Vitigni di un dio minore. Per niente! Nonostante siano romagnolmente molto localizzate, le uve che danno vita a questi vini, nel primo caso si tratta di uva Longanesi, nel secondo di un’uva rossa conosciuta in passato con il nome di Savignôn Rosso, grazie a un numero ristretto di produttori continuano a vivere nel rispetto della propria identità varietale e territoriale.  In accompagnamento due finger food dello chef Mario Ferrara dello Scaccomatto di Bologna

Ore 18

Lambrusco, effervescente Emilia

Relatrice: Christy Canterbury 

Grado alcolico contenuto, effervescenza, sapidità, beva ‘a manetta’ e capacità di abbinamento a tavola praticamente senza limiti. Se questo potrebbe essere l’identikit del vino moderno, è sicuramente il profilo che meglio descrive il Lambrusco. Una risorsa della regione che, grazie alle differenti varietà, territori di coltivazione e stili spumantistici, è, ormai, un capitale dell’enologia nazionale. In accompagnamento due finger food dello chef Simone de Gennaro, di Casa di Mare di Forlì.