Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La manifestazione

Motta Camastra celebra le noci: le tre cultivar tra gli stand del borgo messinese

16 Ottobre 2019
foto_01 foto_01


(Massimo Sena, Ferdinando Branca, Filippo Zullo e Stefano Salvo)

Ormai la sagra dellanoce è una tradizione del comune di Motta Camastra in provincia di Messina e anche quest'anno ha fatto registrare il tutto esaurito.

I nonni mangiavano sempre almeno unanoce al giorno e raccontavano che quella abitudine l’avrebbe fatta campare un anno di più. Le noci infatti, per il loro l contenuto di fibre, proteine, vitamina B, acidi grassi, acido folico, acido linoleico e l'acido linolenico arginina, polifenoli, garantiscono uno spettro nutrizionale di rara ampiezza e densità. Inoltre, le noci di Motta Camastra, hanno un alto contenuto di selenio, un ottimo antiossidante, con valori anche superiori a 100 volte di quelli delle altre per noci provenienti dall’Italia e dall’estero. A motta sono tre le cultivar delle noci: Pacenzia, Pannuzzara e Curròm (la prima medio-piccola, la seconda media di circa 6 centimetrim e la terza medio grande). Annualmente il comune, coadiuvato da Filippo Zullo, organizza una tavola rotonda, chiamando ad intevenire tutti gli studiosi della regione e delle Università di Catania e di Messina, che espongono tutte le novita scientifiche e le prospettive economiche, che si hanno attorno al mondo della noce.


(Le “mamme del borgo”)

Durante la sagra, è consuetudine il pranzo preparato dalle “Mamme del Borgo”, una associazione che produce eventi di intrattenimento gastronomico secondo un calendario annale variabile, con un contributto di partecipazione quesi simbolico e che sta riscuotendo ormai da qualche lustro un enorme successo. E così abbiamo potuto assaggiare l'antipasto, composto da dadini di formaggio ovino, pomodorini  ripieni, la zucca rossa in agrodolce, una caponata estiva, il cavolfiore affogato. Nello stesso tavolo sono arrivati anche gli arancini al ragù di noci. Quindi due primi: i ravioli alle erbe selvatiche condite con pesto di noci e i classici  maccheroni al ferretto (detti “di casa”) conditi col sugo di cotiche di maiale. Poi un  piatto di polpette arrostite nella foglia di limone, salsiccia arrostita sul fuoco e agnello al forno con patate al forno. Alla fine i dolci tipici delle case mottesi: tortelli fritti di crema, la torta di noci e i piparelli di noci. Sorprendente la mousse al vino locale. 
Enzo Raneri