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Nomine

Stefano Asaro il nuovo presidente di Slow Food Lazio

16 Aprile 2014
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Eletto il  nuovo presidente di Slow Food Lazio.

 
Stefano Asaro condurrà la realtà che conta complessivamente circa 3mila soci e 25 Condotte.  A deciderlo sono stati i delegati convenuti domenica 13 aprile al Congresso Regionale svoltosi a Bellegra. Asaro ha 58 anni, una lunga esperienza dirigenziale regionale e nazionale in Slow Food e docente Master of Food. A completare la squadra Roberta Pascali (Segretario Regionale), Roberto Muzi, Francesca Litta e Tommaso Iacoacci.
 
“Grazie al prezioso e appassionato lavoro svolto dal gruppo dirigente uscente, guidato da  Francesca Rocchi – spiega Stefano Asaro, neo presidente di Slow Food Lazio – abbiamo il vantaggio di partire da un'associazione regionale ben diversa da quella di quattro anni fa, dotata oggi di una struttura che ha ormai acquisito visibilità, stabilità e crescita nel tesseramento, e che vede la costante spinta di varie realtà locali verso la nascita di nuove Condotte. Vogliamo essere portavoce, con tutte le forze che caratterizzano la nostra associazione, dei nostri contadini, dei nostri pescatori, cioè di chi fa della filiera  ‘buona, pulita e giusta’ la propria essenza di vita, così come dei nostri cuochi e delle nostre Comunità del cibo. Vorremo farci testimoni del ritorno alla terra con il coraggio e la sapienza di chi vuole creare equilibrio e armonia”.
 
Tra i punti inseriti nel documento programmatico la maggiore attenzione alla dimensione agricola a partire dal  monitoraggio dei prodotti legati ai progetti Arca e Presìdi e delle Comunità del Cibo, cuore propulsore di Terra Madre, la creazione di una rete giovani, il lancio del progetto educativo “Orti in rete”, la promozione e salvaguardia della biodiversità con il progetto “Alleanza Slow Food dei Cuochi”, l’incremento del numero di Mercati della terra, l’intensificazione delle azioni per la tutela ambientale con “Salviamo il paesaggio”, la creazione delle Botteghe del cibo, la valorizzazione delle attività artigianali con “Salviamo i mestieri” e le contaminazioni culturali con lo “Slow Folk Arts”. Inoltre, particolare attenzione sarà rivolta all’educazione alimentare nelle scuole e alla formazione dei Fiduciari e dei referenti dei progetti regionali; come pure alle prospettive di sviluppo lavorativo che possano venire dall’assegnazione di terre demaniali a cooperative agricole o a giovani contadini.