Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 154 del 25/02/2010

IL REPORTAGE Bio a portata di portafogli

25 Febbraio 2010
prodotti prodotti

IL REPORTAGE

Un giro al mercato domenicale organizzato a Palermo. Negli stand delle 45 aziende presenti, solo prodotti realizzati secondo natura. I clienti: “Prezzi convenienti”

Bio a portata
di portafogli

La spesa dei siciliani è sempre più bio. Non solo una scelta di consumo, il biologico è una vera e propria  filosofia di vita a portata di portafogli. Lo confermano i numerosi  cittadini e appassionati del consumo sostenibile che hanno affollato domenica scorsa “a’ fera Bio” il mercato equo bio locale organizzato nell’atrio di Palazzo Steri di Palermo patrocinato dal rettorato dell’Università degli studi di Palermo.


Il terzo appuntamento di un progetto che si concluderà a maggio e che, ogni terza domenica del mese,  porta a diretto contatto il consumatore con i produttori agricoli siciliani che coltivano e allevano in biologico. Quarantacinque le aziende certificate presenti, più della metà provenienti dalla provincia di Palermo. Protagonisti degli stand: gli ortaggi di stagione coltivati nelle terre confiscate alla mafia; il carciofo biologico dell’azienda Bosco Ficuzza; il pane di Antonio Gangi, di Roccapalumba, preparato con il lievito madre e con le varietà di grano siciliani ruscello, bronte, senatore cappelli, coltivati in biologico dallo stesso panettiere. Questi alcuni dei prodotti locali scelti dalle famiglie siciliane per comporre il loro paniere alimentare, soprattutto da parte dei nuclei con bambini piccoli, più sensibili ai vantaggi economici e salutistici del consumo consapevole. Segno che una cultura del biologico sta prendendo piede anche se al momento sembra essere condivisa più dai produttori che dai consumatori. Lo sostiene Francesca Noto, referente del comitato organizzatore e patrocinatore della fiera del rettorato di Palermo. “La Sicilia è una delle principali regioni d’Italia produttrici di biologico, una delle maggiori esportatrici, non solo al di là dello stretto ma anche nel resto del mondo. Purtroppo però è la regione dove si registra il più basso consumo interno – e aggiunge -. Vogliamo fare comprendere ai cittadini che con il biologico si risparmia, vogliamo fare vedere in cosa consiste la differenza di prezzo con i prodotti convenzionali portando proprio il consumatore a confrontarsi con il produttore”.
Differenza di prezzo che comunque la maggior parte dei visitatori del mercato sembra accettare e che sostiene non essere poi così consistente. Questi i prezzi medi di alcuni prodotti venduti domenica scorsa: carciofi, 70 centesimi; cavolfiore, 2 euro al kilo; una cassa di arance di tre kili, 2 euro; indivia, 50 centesimi al mazzo, farina di varietà di grano autoctono, 1,50 euro al kilo; pomodori 2 euro al kilo; pomodori ciliegino 2,60 euro al kilo, finocchio 60 centesimi al kilo, pane 1 euro al kilo, una latta di 5 litri di olio extravergine d’oliva, 5 euro; cipolle 60 centesimi al kilo. Prezzi riscontrati nella norma da chi ha riempito i sacchetti. “Trovo i prodotti di oggi convenienti. Con il biologico comunque si risparmia, è da anni che ho fatto questa scelta. Solitamente non vado a comprare nei negozi specializzati ma vado direttamente dal produttore”, dice Giuseppe Marsala giovane papà di tre bambini. “Rispetto a 9 anni fa i prezzi sono più accessibili – interviene l’amico Gaspare Motta, anch’egli padre di due bambini piccoli -. Io faccio sempre la spesa con i miei figli. Sono abituati a mangiare frutta e verdura, a loro piace tanto, proprio perché sono più ricche di gusto”. La convenienza sembra quindi essere percepita soprattutto da un punto di vista salutistico. Un altro giovane papà, Corrado Pedone dice: “Mangiare biologico è l’unico modo per non far mangiare alla mia famiglia i pesticidi”. Ma è anche una scelta ideologica come quella fatta da Angelo Piranio: “Non costa di più il biologico, alla fine sapendo cosa comporta questo tipo di coltivazione ed il valore che ha per la produzione locale, per la cultura ed il territorio, costa di meno”. Lo conferma pure Sonia Fasulo, una mamma single che ha scelto biologico per suo figlio e compra tramite il gruppo di acquisto. “Compro biologico perché penso sia il modo migliore per educare mio figlio, poi da quando faccio parte di un gruppo d’acquisto risparmio anche il 40%”. C’è poi chi lamenta che i prezzi ancora non sono concorrenziali. “Certo fare la spesa con i prodotti biologici ogni giorno non è facile. Faccio una spesa mista. Però uso i prodotti biologici quando voglio cucinare qualcosa di buono perché hanno tutt’altro sapore”.

Manuela Laiacona