Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 149 del 21/01/2010

LA CANTINA Baglio del Cristo, esordio in grande stile

21 Gennaio 2010
baglio-cristo baglio-cristo

LA CANTINA

Tanti riconoscimenti ad appena otto mesi dal debutto in commercio con sei etichette. E nel 2011 è prevista una new entry per l’azienda di Campobello di Licata

Baglio del Cristo,
esordio
in grande stile

Appena nata e subito conquista pubblico e critica. Così esordisce in grande la cantina Baglio del Cristo di Campobello di Licata. Ad otto mesi dal debutto in commercio sono tanti i traguardi raggiunti, sul versante della vendita, dando il tutto venduto, e per i riconoscimenti ed i premi ottenuti.

Sei giovanissime etichette che hanno dimostrato di avere tutti i numeri per far parte dei grandi. Quattro volte Gran Menzione al Vinitaly, in finale nella guida del Gambero Rosso Vini d’Italia 2010 sia col nero d’Avola Lu patri che con lo chardonnay Làudari, cinque grappoli conferiti al Lu Patri dall’Ais Bibenda nella categoria miglior vini d’Italia 2010, ed un massimo riconoscimento dato al C’D’C’ Rosso 2008 da Slow Food come vino quotidiano 2010 per rapporto qualità prezzo. Successo che, a dispetto della crisi in un mercato tra l’altro saturo, dimostra quanto chi investe in vino di qualità ce la può fare. Merito della caparbietà degli uomini Bonetta, un padre e due figli, i fondatori della cantina, viticoltori da sempre sicuri di potere fare vini dalla forte identità. Orgogliosi e consapevoli della particolare composizione del terreno di loro proprietà, 30 ettari, gessoso, difficile da coltivare ma generoso, perché ricco di minerali. “Un Cru unico, i nostri possono essere grandi vini, un valore su cui vogliamo puntare tutto”, spiega Carmelo Bonetta. ”Il nostro obiettivo è quello di distinguerci per la tipicità dei nostri vitigni e della nostra terra, portandone al massimo l’espressione”.
Così, con questa determinazione la cantina muove i suoi primi passi, con l’intenzione di fare eccellenza sin da subito. Da qui infatti la scelta di costruire una cantina dotata della migliore strumentazione tecnologica e degli accorgimenti architettonici ideali per monitorare pianta per pianta e preservare le caratteristiche del vino, e di affidare il lavoro più delicato a due enologi, Riccardo Cotarella, tra i più stimati wine maker del Paese e Giuseppe Lentini. Guide preziose per un modo di fare il vino che si dedichi esclusivamente al territorio e a cui si devono anche le tecniche di vinificazione adottate: microvinificazione, affinamento in barrique con secondo e terzo passaggio. Ma meritevole d’attenzione, perché dà la misura dell’impegno e dell’ambizione di questi produttori, è l’archivio, una vera e propria stanza della memoria in cui vengono raccolte le bottiglie prodotte, raggruppate per tipologia ed annata. Questo volere tenere la traccia del percorso affrontato attesta il carattere di questa cantina, come rivela lo stesso Bonetta. “Per noi fare vino significa migliorarsi sempre, non fermarsi mai, non adagiarsi sui successi ottenuti. Per noi non ci sono punti di arrivo”. Infatti attualmente la cantina ha messo in vinificazione una new entry, la cui uscita è prevista per il 2011. Si tratta di un grillo in purezza, e le premesse per un grande bianco ci sono tutte e come anticipa il produttore, “abbiamo visto che questa terra è particolarmente vocata per i vini bianchi, lo abbiamo già sperimentato con lo Chardonnay , ma per quanto riguarda il Grillo, possiamo affermare che qui ha trovato la condizione ideale per esprimersi al meglio”.

Manuela Laiacona