Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 200 del 13/01/2011

IL CASO Vino e grappa, Gaja vs. Gancia

13 Gennaio 2011
gaja-gancia gaja-gancia

IL CASO

Il produttore piemontese di Barbaresco contesta al presidente di Federvini le affermazioni su vino, distillati e dieta mediterranea. Una polemica succosa

Vino e grappa, Gaja vs. Gancia


Angelo Gaja e Lamberto Vallarino Gancia

Vino e distillati non sono la stessa cosa. E anzi metterli sullo stesso piano è un errore da matita blu.

Non è uno scontro ma un Angelo Gaja che non è d’accordo pubblicamente con un Lamberto Vallarino Gancia non è cosa da poco per il mondo del vino. Dunque accade che Lamberto Vallarino Gancia, piemontese e a capo della storica cantina di Canelli e, attualmente, presidente Federvini, abbia sostenuto poco tempo fa in un’occasione pubblica che «il consumo del vino, degli aperitivi, dei liquori, dei distillati è parte di quel patrimonio di conoscenza, cultura, tradizione, collegabile allo stile mediterraneo». Una frase come tante, che però ha fatto saltare dalla sedia Angelo Gaja, piemontese Doc anche lui, un nome che di certo non ha bisogno di ulteriori presentazioni per chi produce e beve vino con passione. Scrive Gaja in una lettera resa pubblica: «Si corre il rischio di fare confusione: non soltanto tra dieta mediterranea e stile mediterraneo, ma anche tra alcool ed alcool. Solamente il vino ha profonda valenza culturale ed è parte integrante della dieta mediterranea. L’alcol contenuto nel vino, da 9.000 anni ininterrottamente e con le stesse precise identiche modalità, si forma ad opera dei fermenti secondo processo biologico e naturale. Non vale altrettanto per l’alcol degli aperitivi, distillati, liquori, soft drink». Gancia, immaginiamo che abbia rilasciato quelle affermazioni perché da presidente di Federvini ha tra i suoi associati anche i produttori di grappe, distillati e robe simili. Gaja non ci sta. Mettere questi prodotti sullo stesso piano del vino per Gaja «è una differenza profonda e sostanziale che non si può continuare ad ignorare». La polemica è servita.

F. C.