Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 170 del 17/06/2010

IL PRODOTTO Pasta in versione integrale

17 Giugno 2010
pasta pasta

IL PRODOTTO

Ecco il nuovo obiettivo dell’azienda campana Rummo: una linea che riesce a conciliare l’alta digeribilità e l’apporto proteico

Pasta in versione
integrale

Una linea di pasta integrale che abbia come obiettivo la digeribilità senza rinunciare ad un grande apporto proteico. Ecco la nuova prospettiva dell’azienda campana Rummo, produttrice di pasta di prima qualità da sei generazioni. “Abbiamo intenzione di realizzare una linea nutriceutica – ha dichiarato Antonio Rummo, responsabile marketing dell’azienda –, ovvero un prodotto integrale con alto potenziale nutritivo e con un maggiore assorbimento proteico grazie alla collaborazione delle università del Molise e la Federico II di Napoli”.

Presto partiranno le sperimentazioni ed entro sei mesi il prodotto potrebbe arrivare sul mercato. L’azienda di Benevento, fondata nel 1846 da Antonio Rummo, oggi ha un fatturato di più di 70 milioni di euro, realizzati anche grazie al 22% di vendite sul mercato estero (in particolare Stati Uniti d’America, Giappone, Gran Bretagna e Germania), 130 dipendenti diretti e 1.000.000 quintali di pasta prodotti all’anno. L’asso nella manica dell’azienda è la qualità del prodotto. “La nostra pasta – ha detto Antonio Rummo – è fatta solo di grani selezionati che possiedono un elevato tenore di proteine di alta qualità che solo una lunga esposizione al sole possono dare. Inoltre i lunghi tempi d’impasto conservano ed esaltano queste qualità. Il risultato è un prodotto straordinario, una pasta resistente alla masticazione e che, per questo, può definirsi al dente e non perché cotta meno rispetto al previsto come di solito si usa”.
L’orientamento all’innovazione ha portato, inoltre, l’azienda Rummo ad essere una tra le prime in Italia ad installare un moderno impianto di trigenerazione. Si tratta di un sistema di cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica consente di utilizzare l’energia termica recuperata per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali. L’impianto permette di garantire la riduzione delle emissioni di CO2 del 32%.

Piera Zagone