Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 170 del 17/06/2010

“Serve un proposta concordata”

17 Giugno 2010

“Serve un proposta concordata”

“L’ambito aziendale è una forzatura che non è supportata da nessuna regola. Se la sua applicazione è davvero necessaria, allora dovrebbe essere estesa a tutte le regioni ed a tutte le Doc, anche a quelle già costituite in passato”. È questa la posizione di Giuseppe Stefano Gullo, responsabile di Legacoop Sicilia per l’agroalimentare, che manifesta forti dubbi sull’idea di applicare l’ambito aziendale alla Doc Sicilia secondo l’orientamento manifestato dal comitato nazionale Vini Doc.

Spiega Gullo: “L’ambito aziendale non è una regola generale, ma è stata applicata solo in alcune regioni, come il Piemonte. Credo comunque che sia impensabile che si richieda ad ogni viticoltore, soprattutto a chi fa parte delle cantine sociali, di possedere determinate percentuali di vitigni autoctoni. La maggior parte di essi ha piccoli appezzamenti di terreno dove si coltiva un po’ di tutto, è assurdo che venga richiesta una simile restrizione”.

Per Gullo se vale per la Sicilia “tale regola deve essere applicata per tutti e non solo per alcune regioni. In Abruzzo o in Trentino la Doc non prevede tali limiti, ecco perché siamo davanti a una forzatura”. E aggiunge: “Stiamo discutendo con l’assessorato all’Agricoltura e con tutte le altre parti per presentare una proposta concordata. Un’ipotesi potrebbe essere quella di non parlare di ambito aziendale, ma di intendere con “azienda” l’intera cooperativa. Resta fermo che ogni produttore deve essere iscritto e deve rispettare i criteri della Doc. D’altro canto stiamo già facendo molti sforzi per garantire la tracciabilità di ogni prodotto garantendo al cliente di poter risalire al vigneto di provenienza. Credo che sia un buon modo per mantenere la qualità e la verificabilità di ogni tipologia”. Battute conclusive sul nome da dare all’Igt di ricaduta: “Il nome della Doc è fondamentale. È il nostro biglietto da visita. Non dimentichiamo che quella della Doc Sicilia è una manovra di valenza socio-economica, pertanto il nome deve corrispondere al prodotto ed alla sua provenienza. “Isola sicula” è poco immediato per gli importatori. Bisogna a mio parere rimandare la cosa agli esperti di marketing che ci sappiano consigliare”.

L. Di. T.