Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 18 del 19/07/2007

L’AZIENDA: Sorsi di storia

18 Luglio 2007
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    L’AZIENDA

mangiatorelle1.jpgLa Mangiatorella avvia in Sicilia un progetto per installare pannelli solari per produrre l’energia necessaria a mandare avanti il proprio stabilimento. L’amministratore delegato Pietro Federico: “La difesa dell’ambiente è un nostro pallino”

Acqua ecologica

Si racconta che Giuseppe Garibaldi nel suo ritiro di Caprera fosse solito esclamare: “Darei dieci anni della mia vita per un rivoletto dell’acqua di Mangiatorella”. E quando il suo colonnello e amico Achille Fazzari, che per primo imbottigliò quest’acqua, gliene faceva recapitare qualche damigiana, per il generale era “un giorno di grande letizia”.

mangia2.jpgComincia così la storia dell’acqua Mangiatorella, la cui commercializzazione prese il via in damigiane da venti litri e bottiglie da un litro nel 1904. Fu allora che il senatore garibaldino Fazzari riuscì a dimostrare al Tribunale di Napoli che l’acqua Mangiatorella era “cinque volte più efficace” per leggerezza e proprietà diuretiche della rivale, grazie agli studi effettuati dal professor Vincezo Gauthier dell’Università di Napoli. Nella sua relazione il Farmacologo Gauthier scriveva: “L’acqua di Mangiatorella è fresca, limpida, inodore, incolore e di sapore gustosissimo. È molto scarsamente mineralizzata, non contenendo che appena 63 milligrammi di sostanze minerali in un litro”. Una conferma delle qualità che portò Achille Fazzari ad avviare i progetti per la costruzione di un lazzaretto termale per la cura degli ammalati cronici e di un impianto per l’imbottigliamento e la commercializzazione di quest’acqua, la prima imbottigliata in Calabria e tra le prime in Italia.
Dopo alterne vicende, che portarono la Mangiatorella lontana dagli imprenditori calabresi per quasi mezzo secolo, dall’inizio degli anni Settanta l’azienda è stata rilanciata grazie all’impegno di investitori locali. La crescita è stata costante durante tutto il decennio 1980/90, il capitale investito è passato da 750 milioni di lire a circa 2,6 milioni di euro; il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale sono immutati dal 1976. Oggi la società registra 84 soci azionisti ed è controllata dalla famiglia Federico, oltre allo stabilimento di Stilo (circa 8 mila metri quadrati coperti), la società possiede un deposito a Tavoleria (sempre nelle vicinanze di Stilo) e terreni per 15.000 metri quadrati anche in Sicilia, a Saponara (Me), con depositi, impianti di produzione bottiglie in Pet, uffici direzionali.
mangiat3.jpgE intanto ci si muove sul fronte ambientale. Così se la città di New York scende in campo per avviare una battaglia per ridurre o addirittura eliminare l’uso dell’acqua minerale per aiutare l’ambiente, la risposta ambientalista al movimento “anti-acqua minerale” arriva proprio dallo stabilimento siciliano dallo stabilimento siciliano di Cavagrande, che fa parte del Gruppo Mangiatorella dove è stata avviata un’importante innovazione nel suo stabilimento: installare i pannelli solari per produrre energia necessaria a mandare avanti la struttura. «Siamo probabilmente l’unico stabilimento produttore di acqua minerale in Italia – spiega Pietro Federico, amministratore delegato della Mangiatorella – ad aver avviato un sistema fotovoltaico di produzione di energia per soddisfare i nostri consumi. Per fare ciò abbiamo approfittato di un decreto ministeriale che consente a chi installa i pannelli solari di poter immettere nel sistema e poi vendere l’energia prodotta in più. Noi stiamo facendo il massimo per ridurre l’impatto ambientale della nostra produzione investendo sull’energia che proviene da fonti rinnovabili». L’impianto in questione entrerà in funzione nel 2008 ed è stato realizzato con un investimento di 2,5 milioni di euro.
«La nostra azienda, fra l’altro – sottolinea Federico – è siciliana e distribuisce prevalentemente l’acqua nell’Isola e nel meridione. Questo significa che anche l’inquinamento da trasporto non grava molto sull’ambiente a differenza di altre aziende che trasportano l’acqua a migliaia di chilometri di distanza dalla sede dei propri stabilimenti».

Salvo Butera