Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 173 del 08/07/2010

L’ANTEPRIMA Un grande chateaux di Sicilia

08 Luglio 2010
pianetto pianetto

L’ANTEPRIMA

Presentato Ramotorto, un blend rosso di Nero d’Avola, Merlot e Petit Verdot di Baglio di Pianetto. Un vino di nove anni prodotto in 5 mila bottiglie

Un grande chateaux
di Sicilia

Baglio di Pianetto en primeur con una nuova etichetta in edizione limitata. Si chiama Ramotorto, un blend rosso di Nero d’Avola, Merlot e Petit Verdot. Nasce da una scelta di fare vino azzardata e costosa che porta dentro di sé tutto l’estro del conte Marzotto. E’ stata presentata lunedì scorso in cantina in anteprima mondiale alla presenza del conte stesso.

L’idea del produttore veneto, ex presidente di Santa Margherita, è sempre stata quella di fare un grande chateaux di Sicilia. Dopo la vendemmia 2001 decide di lasciare così ad affinare in bottiglia il vino, dimenticando volutamente un capitale in cantina, per stapparlo poi dopo nove anni con non poche sorprese. Ritrovandolo con una longevità caratterizzata da complesso aromatico ancora giovane, con una buona struttura ed eleganza. Poco più di 5.000 le bottiglie prodotte, perla di una produzione suddivisa tra il territorio della Doc Monreale e quello della Doc Eloro. “Molti potrebbero pensare che questa cantina sia solo un giocattolino in mano ad un anziano finanziere – dichiara il conte -. Ramotorto, come anche le altre mie etichette, dimostra invece che il vino è un prodotto che va fatto con estrema rigorosità e coscienza. Per me il vino è rosso. Lo penso rosso. Anche se i bianchi devo dire che mi danno soddisfazione”.
Non è solo la mano del tempo a forgiare l’esclusività di questa etichetta, ma anche quella di chi si dedica a raccogliere i grappoli uno per uno, tutta mano d’opera specializzata e del luogo. “Tra la vigne e la cantina ho un gruppo di giovani del luogo che mi segue, e che rappresenta una nuova mentalità. E’ diventato un team che si sta facendo onore nell’essere responsabile, e che sente l’azienda come un bene di tutti”. Stile siciliano a 360 gradi anche per quanto riguarda le cultivar eteroctone, che per il patròn della cantina parlano il linguaggio del territorio: “Credo nell’autoctono. Ma per me autoctono è quel vitigno che si adatta ad un territorio, e che si caratterizza in base ad esso. Anche per questo ho scelto la Sicilia. Vengo dalla Toscana e dal Veneto, quest’isola però ha maggiori potenzialità di fare qualità rispetto alle altre regioni”. Ma secondo la filosofia della cantina, non c’è territorialità che possa essere espressa se non la si preserva con un’agricoltura eco-sostenibile. A settembre infatti l’intera filiera di produzione usufruirà di energia solare auto prodotta, grazie ad un impianto fotovoltaico di 3.000 mq di superficie.

Manuela Laiacona