Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 156 del 11/03/2010

L’AZIENDA/2 Un po’ d’Isola in Toscana

11 Marzo 2010
agriturismo agriturismo

L’AZIENDA/2

Nelle campagne senesi la scommessa di Mauro Basile, nipote del siciliano Angelo Salamone, che nel 1969 acquistò un fondo in abbandono. Oggi lì c’è una cantina con agriturismo

Un po’ d’Isola
in Toscana

C’è un borgo nel cuore della Toscana, incastonato in vigneti che danno vita a un Chianti docg. Fino a qualche decennio fa era campagna incolta ma nel 1969 un siciliano, Angelo Salamone, ne rimase comunque colpito durante una vacanza tanto da decidere di acquistare praticamente un fondo in stato di abbandono. Forse perché, nella sua lungimiranza, immaginava che quella tenuta, fondata nel Cinquecento dal noto letterario Aonio Paleario, un giorno sarebbe diventata ciò che è oggi: una cantina con annesso un agriturismo dall’atmosfera suggestiva immerso nella campagna senese.

«Quando mio nonno acquistò i terreni non c’erano i vigneti – racconta Mauro Basile, che oggi gestisce l’azienda – impiantò lui undici ettari di Sangiovese grosso, Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo, con qualche pianta sparsa di Malvasia e Trebbiano toscano». Allora le vigne venivano impiantate senza una suddivisione netta tra le piante appartenenti a diversi vitigni, in modo tale da rendere impossibile una raccolta “monovarietale”.

Poi, nel 1999, Mauro decide di andare in Toscana e di lavorare nel settore della ricettività, approfittando dell’opportunita che nel frattempo il nonno Angelo aveva realizzato ben 22 appartamenti nella tenuta rendendola un vero e proprio agriturismo. «Punti di forza di Cercignano risiedono nel fatto che la villa principale e la chiesa sono state dichiarate patrimonio monumentale nazionale negli anni ’90 – spiega il giovane manager – che si trova nelle vicinanze di città d’arte molto note nel mondo come Firenze, Siena, San Gimignano, Volterra e che è, inoltre, attraversata dalla via Francigena».

Non solo. Il processo di valorizzazione riguarda anche i vigneti e i vini. «Nel 2002 abbiamo proceduto al reimpianto, rinnovando e settorializzando le vigne – prosegue – recuperando i vitigni autoctoni e permettendo una raccolta quanto più possibile “in purezza” per controllare meglio i blend, un processo di restyling tuttora in atto».

Si ottengono così due prodotti, che Mauro ha proposto in degustazione nei giorni scorsi a Palermo, presso l’enoteca Divino Bianco, proprio per promuovere il suo progetto anche nella sua Sicilia. Si tratta di un Chianti Colli Senesi, 90% Sangiovese Grosso, 5% Colorino, 5% Lanaiolo, prodotto in 5000 bottiglie e un Riserva, 90% Sangiovese Grosso e 10% Colorino, di appena 1000 pezzi. La fermentazione avviene in vasche di acciaio di 5000 litri, con controllo della temperatura in modo che non superi i 28 gradi, e macerazione (a contatto con le vinacce) per 15 giorni nel primo caso e per almeno tre settimane per il Chianti Riserva. Nel Chianti Colli Senesi l’affinamento avviene per 8 mesi in vasche di cemento di 4000 litri e quattro mesi in bottiglia prima della vendita; il Riserva invece viene affinato 12 mesi in fusti di rovere francese da 225 litri e, infine, sei mesi in bottiglia.

Annalisa Ricciardi