Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 83 del 16/10/2008

L’INTERVENTO Mercati contadini, opportunità da sfruttare

16 Ottobre 2008
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    L’INTERVENTO

I farmers market permettono la realizzazione della “filiera corta”, con un risparmio per i consumatori. Un invito agli enti locali per la loro promozione

giovanni_misseri.jpgMercati contadini,
opportunità
da sfruttare


di Giovanni Misseri *

Negli ultimi mesi si è assistito a un’inarrestabile ondata di rincari dei prezzi che partendo dalle principali fonti energetiche come il petrolio, hanno riguardato tutti i generi alimentari che formano larga parte del paniere di spesa dei cittadini consumatori.

Oggi, più di prima, si è cercato di dare una risposta concreta a quella fascia di consumatori che mirano al risparmio, alla qualità dei prodotti agricoli nonché alla loro tracciabiltà. Fra le modalità di rifornimento alimentare, la forma sicuramente più apprezzata dai consumatori è l’acquisto diretto presso le aziende agricole conosciute. Una larga parte dei cittadini, infatti, pensa che questa forma di spesa permetta di risparmiare rispetto ai prezzi riscontrati sul mercato. In altri casi, il prezzo praticato da queste forme di vendita, è definito dai consumatori “giusto” – senza contare che i prodotti sono più “buoni” nel senso più ampio del termine (gustosi, genuini, freschi, sani).
Nel corso del 2007 e nella primavera di quest’anno, in tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative finalizzate alla vendita agricola diretta con l’apertura dei “mercati contadini settimanali”, sfruttando il grande successo già ottenuto ormai da un decennio negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dai cosiddetti farmers market o dai marché paysan francesi, oppure dai bauern markt tedeschi.
I mercati contadini possono essere anche corredati da una serie di servizi pubblici come le risorse naturalistiche e rurali, le mostre di beni etno-antropologici, gli spettacoli culturali e musicali, i corsi culinari ed agro-alimentari che fanno da contorno alla “festa locale dell’agricoltura”. I protagonisti principali, ossia i contadini, possono vendere frutta, verdura, prodotti da forno, carni, salumi, vini, oli, formaggi artigianali e altri prodotti tradizionali locali. I consumatori hanno la possibilità di acquistare soprattutto prodotti freschi e di stagione. Gli economisti hanno definito questo utile fenomeno commerciale “filiera corta”, mentre i consumatori “un modo per risparmiare”. Ed è appunto questa “filiera corta”, ossia l’eliminazione di alcuni passaggi commerciali (grossisti, mercati ortofrutticoli…) che rappresenta la grande scommessa del mercato contadino.
Ci sono altri elementi da non trascurare: si viene ad instaurare un rapporto diretto tra produttore e consumatore; si creano nuovi canali di vendita; si contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale e alla minore produzione di rifiuti grazie alla riduzione dei trasporti e degli imballaggi. Vengono privilegiati i prodotti locali e la loro stagionalità; si possono svolgere degli incontri divulgativi e di supporto alla promozione; si ha la possibilità di degustare i prodotti e di conoscerne le caratteristiche intrinseche; si ha l’ottimizzazione della tracciabilità che è maggiormente possibile proprio con la filiera corta; si instaurano rapporti di fiducia che consentono, successivamente, di vendere a domicilio o con commercio elettronico.
Anche il ministero delle Politiche agricole ha cercato di cogliere questo elemento strategico e di consenso sociale – che è la spesa alimentare – con il potenziamento e la regolamentazione della vendita diretta da parte degli agricoltori.
A tal proposito, anche in Sicilia, vedi il Comune di Palermo, sono state avviate iniziative per la realizzazione di forme permanenti di “Mercati degli agricoltori”. Tutto ciò, al fine di promuovere e concorrere allo sviluppo socio-economico del proprio territorio, con notevoli prospettive che si aprono, in un momento di crisi congiunturale quale l’attuale. Pertanto, data la decadenza del comparto agricolo ed agroalimentare corrente, ci si auspica che gli enti preposti possano favorire ed incentivare iniziative di questo tipo, da un lato per i produttori agricoli locali con requisiti “a norma” e, dall’altro, per dare la possibilità ai consumatori di acquistare e gustare i prodotti freschi e genuini del nostro territorio, senza nutrire alcun dubbio sulla loro provenienza.

* agronomo, direttore agrario del Mipaaf – Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari