Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 84 del 23/10/2008

VIVERE DIVINO La donna dell’Etna

23 Ottobre 2008
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VIVERE DIVINO

Mariangela Cambria, è il volto di Cottanera: 32 anni e mamma da due mesi. Si è innamorata di questo mondo al Vinitaly del 2001: “Adesso non cambierei per nulla al mondo” 

La donna dell’Etna

Folgorata da un Vinitaly, il suo battesimo veronese è arrivato nel 2001, Mariangela Cambria, trentadue anni e da due mesi mamma, ha deciso di abbandonare il sogno della carriera diplomatica per dedicarsi all’azienda di famiglia: Cottanera, che con i suoi cento ettari, la metà dei quali vitati, è la più grande dell’Etna. Una cantina in cui hanno creduto Guglielmo ed Enzo Cambria, padre e zio di Mariangela, e nella quale adesso si muovono anche Francesco ed Emanuele i fratelli della “donna dell’Etna”.


Quest’anno il venerdì 17 ha portato fortuna a Cottanera, consegnando in casa Cambria i “Tre bicchieri” assegnati dalla guida Gambero Rosso-Slow Food all’Etna rosso 2005. “È stato emozionane – dice il volto giovane dell’azienda -. Avevamo già avuto questo riconoscimento nel 2001 con il Grammonte ma ricevere i ‘Tre bicchieri’ con un vino che esprime così bene il nostro territorio è una grande soddisfazione, ci siamo battuti molto con il nostro enologo Lorenzo Landi”.

Com’è cominciata l’avventura in questo mondo?
“Dopo la laurea in Scienze politiche con una tesi sui consorzi siciliani del vino, ho vissuto per un anno a Dublino, lavoravo in un’azienda di abbigliamento dove mi occupavo di pubbliche relazioni. Sono tornata nel 2001 per il Vinitaly”.

È cominciato tutto a Verona.
“Sì, da lì i primi viaggi, ho frequentato un corso per sommelier e ho cominciato a conoscere il vino e questo mondo”.

Di cosa si occupa in azienda?
“Curo le pubbliche relazioni con i mercati esteri, soprattutto Inghilterra e Germania. È quello che mi è sempre piaciuto fare”.

Essere donna aiuta o può essere un limite?
“Non cambia nulla. Credo che sia soltanto un’etichetta, non vedo nessuna differenza. Sono cresciuta andando spesso in campagna con mio padre. E anche adesso che ho un figlio credo che basterà la buona volontà. Per il momento mi aiuta mia madre”.

Cos’altro farebbe se non si fosse trovata in questo mondo?
“Solo questo”.

Cosa c’è nel futuro di Cottanera?
“Un bianco. Dopo i successi con i rossi, adesso puntiamo su un’Etna bianco. Ma non saremo frettolosi…”.

Un giudizio sul vino siciliano.
“La moda si è placata ma noi dell’Etna resistiamo, siamo un’isola nell’isola. Il vulcano ci dà tantissimo, a partire dal magnifico Nerello mascalese. Il nostro è un vino che esprime bene un territorio così difficile, così peculiare: tanta eleganza meno potenza”.
 

Marco Volpe