Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 78 del 11/09/2008

LA SAGRA Se la vendemmia è una festa

10 Settembre 2008
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    LA SAGRA

festa78.jpgAl via il 26 settembre l’undicesima edizione della manifestazione a Piedimonte Etnea. Per tre giorni spettacoli, visita di stand e la pigiatura a suon di musica

Se la vendemmia
è una festa

Partirà il 26 settembre la undicesima edizione della “Festa della vendemmia” a Piedimonte Etnea. Paese fondato nel XVII secolo dal Principe di Palagonia, situato in collina, alle pendici del Vulcano siciliano, è definibile per l’ubicazione una terrazza sul mare.

La festa che dura fino a domenica 28, chiude ogni anno il mese di settembre. Nata quasi in sordina appena 11 anni fa, si è trasformata nel tempo in un evento a carattere nazionale e internazionale. Si tratta della rievocazione di una fase della vendemmia, la pigiata dell’uva, che si usava fare con i vecchi metodi contadini. Nella piazza della Madre Chiesa viene creato un palmento dove viene deposta l’uva per la pigiatura. Prima si assiste alla sfilata di gruppi folcloristici provenienti dalla Sicilia, da altre regioni italiane e anche dall’estero, infine a sfilare è la ciurma dei vendemmiatori che, in abiti tipici trasportano le ceste colme di uva. Il corteo si conclude in piazza con la pigiatura a suon di musica.
Lungo il corso principale e nelle vie adiacenti si possono visitare i numerosi stand di prodotti tipici: carni, salumi, formaggi (tipica la tuma) nonché i dolci siciliani e in particolare quelli di mandorla.
In serata si potrà assistere all’esibizione di gruppi musicali e a chiusura dell’evento, illumineranno il cielo i fuochi piromusicali, fuochi artificiali che colorano il buio a suon di musica.
Da visitare durante il weekend sono sicuramente la settecentesca Chiesa del Convento, recentemente restaurata, il Santuario della Madonna della vena, dove si trova una icona, probabilmente (si attendono i risultati dall’Istituto di restauro di Firenze) tra le più antiche al mondo e gli obelischi che un tempo reggevano la porta del paese detta Porta Sanfratello, perché da lì si usciva dal paese per recarsi proprio a Sanfratello. La porta, non più esistente, veniva chiusa alla sera come una porta di casa.
Il mosto prodotto dalla pigiatura dell’uva viene custodito in una piccola botte in attesa della festa di San Martino che, come recita l’antico proverbio trasforma ogni mosto in vino, in tale giornata verrà degustato pubblicamente. Una buona occasione per chi intende ritornare a visitare il paese.

Aurora Rainieri