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Taormina Gourmet 2017

Il meglio del meglio dell’Etna a Taormina Gourmet: in degustazione 18 etichette imperdibili

23 Ottobre 2017
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(Un momento della degustazione condotta da Federico Latteri – ph Vincenzo Ganci)

Un viaggio tra le sfumature dell’Etna. Un territorio particolarissimo, cui Cronache di Gusto ha dedicato la guida “I vini imperdibili dell’Etna”, che ha fatto da fil rouge durante la presentazione condotta da Federico Latteri. 

“Lo scopo della nostra guida – ha spiegato Latteri – è stato quello di descrivere l’Etna attraverso i produttori e i vini che caratterizzano un territorio tutto da scoprire”. La degustazione ha quindi presentato 18 di queste eccellenze, mettendo in evidenza come le caratteristiche singolari del vulcano (il suolo, la montagna e il sole siciliano) si esprimano in sfaccettature diverse a seconda dei versanti e delle contrade di produzione. 

I BIANCHI. Il percorso di degustazione ha preso le mosse da tre bianchi, che nel caso dell’Etna assumono caratteristiche da vini di montagna, facendoci quasi dimenticare di trovarci al nel cuore del Mediterraneo. La prima proposta è stata un “Doc Etna Bianco A ‘ Puddara”, 2015. Tenuta di Fassina”. Al naso è particolarmente floreale, ma con note aromatiche. In bocca sviluppa freschezza e dinamicità. È un vino scattante, che esalta il sapore e si caratterizza per una prospettiva abbastanza lunga. Il secondo bianco è stato un “Doc Etna Bianco Ante, 2014 de I custodi delle vigne dell’Etna”.  Prodotto a Puntalazzo (nel territorio di Sant’Alfio, ma nei pressi di Milo), è un vino più sottile, caratterizzato da acidità iniziale ma appena meno sapido. Anche di questo è interessante la curva evolutiva. Il terzo è stato il Doc Etna Bianco Superiore Pietra Marina 2013 di Benanti. È il bianco che ha fatto conoscere al mondo cos’è l’Etna. L’annata, confrontata alle due successive è stata più fresca, motivo per il quale il vino ha subito una parziale fermentazione malollattica. Al naso, rispetto ai precedenti presenta una acidità più controllata. Al gusto si registra poi salinità e persistenza. 

I ROSSI. Il primo rosso è stato un “SRC Rosso, Rivaggi, 2014, Crasà”. L’azienda vinifica assolutamente in biologico e presenta un vino senza solfiti aggiunti. Si caratterizza per essere Mediterraneo e aromatico. I sentori di frutta rossa si riscontrano al gusto. A seguire è stato degustato il “Doc Etna Rosso, ‘A Rina” 2014 di Girolamo Russo”. Sebbene si tratti del vino “entry level” dell’azienda (un blend dei loro tre Cru) è stato scelto per la “Guida” grazie alle sue caratteristiche d’eccellenza. Al naso presenta sentori di frutta rossa, ma è assente la nota lavica. Il terzo rosso è stato il “Doc Etna Rosso Feudo di Mezzo. 2014. Alta Mora Cusumano”. L’azienda, presente in varie parti della Sicilia, ha adottato sull’Etna un approccio rispettoso del territorio. Rispetto ai vini precedenti presenta al naso note fruttate più delineate, sentori di ciliegia, che vengono poi riscontrate al gusto. 

La proposta successiva è stata il ”Doc Etna Rosso Arcuria 2014” dell’azienda Graci. Finissimo al naso, è stato definito “lavico” durante la degustazione.  In bocca si presenta incisivo e completo, presentando una certa freschezza associata a un corpo snello. Il vino seguente, completamente diverso, è stato “Nonna concetta, 2014, Calabretta”. Ci troviamo di fronte a un Igt da vinificazione biologica. Al naso presenta note di spezie dolci, in bocca si caratterizza per la bipolarità tra freschezza e tannini. Il “Doc Etna rosso Trimarchisa 2014” di Tornatore si caratterizza invece al naso per qualche cenno di agrumi come il tamarindo e si presenta molto presente al palato. Il vino successivo è stato quello della storica “Tenuta delle terre nere” ed è un 2015 prodotto in Contrada Calderara. Prodotto in un’annata particolarmente eterogenea si caratterizza per uno spettro aromatico completo e per una serie di elementi che investono il palato e creano una progressione gustativa a 360 gradi. Il tannino è completo ma vellutato e non vi si trovano spigolosità e invadenze. Ancora una volta completametne differente è stata la proposta successiva, “Contrada R, 2014, Passopisciaro”. Ci troviamo a Solicchiata, a quasi 1000 metri sul livello del mare. Al naso il vino è floreale ed etereo. È questo un vero vino di montagna, caratterizzato per eleganza e una nota acida affiancata a una aromatica. A seguire è stato proposto il “Doc Etna rosso Cisteran Fuoris 2014” di Ciro Biondi. Più caldo, solare ma digrandi prospettive. Complesso al naso e strutturato in bocca. Il seguente è stato il “Doc Etna Rosso Vinupetra 2014” de “I vigneri”. 

È sicuramente il vino che ha maggior concentrazione di spezie dolci ed erbe mediterranee. Molto armonico ma con più struttura degli altri. Passando al 2013 sono stati degustati il “Doc Etna Rosso Arcuria” di Calcagno – caratterizzato per una nota rocciosa molto tipica e sentori di spezie – e il “Doc Etna Rosso Nerello Mascalese” 2013 di Masseria Setteporte, dal profilo decisamente più esotico: significativamente fresco, snello ma al contempo energico. Ancora 2013 per il “Doc Etna Rosso Vigna Vico di Tenute Bosco”. Complesso al naso (la ciliegia non è evidente, in favore di frutti di bosco nelle loro parti più aromatiche)  in bocca si esprime per la ricchezza e la durata. Penultima proposta è stata il “Doc Etna Rosso Vigna Barbagalli”, 2013 di Pietradolce”. È questo uno dei vini più premiati in assoluto: al naso presenta note cupe ma dolci, mantenendo al contempo note floreali. In bocca è completo: ha freschezza, consistenza e struttura. Ultima proposta è stato il “Doc Etna Rossso Nuddu OCR 2011 di Cantine di Nessuno”. Prodotto in un’annata eccezionale ha al naso toni estremamente complessi (anche qui al contempo note di montagna e mediterranee). Al gusto la freschezza si avverte appena. È un vino scattante, il tannino è robusto ma non ha il tempo di essere invadente. 

Giorgio Romeo

ALCUNE FOTO DELLA DEGUSTAZIONE (ph Salvo Mancuso)