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Vinitaly 2016

ESCLUSIVO. Renzi incontra 13 produttori: “Ecco le prossime sfide del vino italiano”

11 Aprile 2016
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(Il Premier Matteo Renzi con i produttori)

L'incontro è di quelli informali. E come spesso accade ricchi di tanti spunti. Matteo Renzi sbarca al Vinitaly e tra gli appuntamenti c'è una colazione di lavoro. 

Una dozzina di produttori, di grande fama, si sono ritrovati assieme al presidente del Consiglio. Un faccia a faccia fitto durato poco più di un'ora dove si sono snocciolati i temi più importanti per preparare il vino italiano alle prossime sfide. Tra un piatto e l'altro, quattro portate in tutto, affidate alle mani dei fratelli Cerea (c'era Roberto) del ristorante tristellato Da Vittorio la conversazione scorre veloce. Siamo nello stand Allegrini dove una impeccabile Marilisa Allegrini fa gli onori di casa.

Ogni produttore tira fuori un argomento. Un'occasione unica e imperdibile per snocciolare al capo del governo Renzi e al ministro Maurizio Martina i temi più stringenti. Renzi ascolta, registra, su alcuni temi si sofferma. A tavola una grande fetta del salotto buono del vino italiano: oltre alla Allegrini, Piero Antinori, Lamberto Frescobaldi, Matteo Lunelli, Alessio Planeta, Paolo Panerai, Marco Caprai, Gaia Gaja, Oscar Farinetti (più carico che mai), Priscilla Incisa della Rocchetta, Ampelio Bucci, Costantino Charrère, Giancarlo Moretti Polegato.


 (Renzi con Roberto Cerea – Da Vittorio e Marco Caprai)

Attacca Farinetti: “Italia e Francia sono leader nella produzione di vino al mondo. E tra non molti anni si affacceranno molti nuovi consumatori nel mondo. Dobbiamo essere pronti. È una grande occasione”. Renzi: “Abbiamo previsto l'export del vino a 7,5 miliardi di euro nel 2020. Oggi siamo a 5,4”. Ce la faremo? È una stima troppo ottimista? La risposta dei produttori è corale: ce la possiamo fare benissimo.

E Renzi li sprona: “Alziamo l'asticella a 8,5”? Ancora Renzi, cita il presidente Hollande che ad un ricevimento facendo roteare un calice spiegava che anche se ci sono vini buoni in tutto il mondo, quelli francesi valgono di più. Farinetti cita le cifre del divario con la Francia. Gli fa eco il marchese Antinori. “Ma noi potremmo avere un asso nella manica per dare un ulteriore valore aggiunto al vino italiano”. Ci pensa Gaia Gaja a ricordarlo: “Fate qualcosa per esportare anche la cucina italiana, più scuole, più formazione. Se esportiamo anche questa parte del Made in Italy in modo concreto il vino diventerà un asset formidabile. Impegniamoci su questo fronte”. Le parole della giovane Gaja non sfuggono a Joe Bastianich, anche lui presente alla colazione. Anche lui insiste e accenna all'esperienza della sua famiglia.


(Il direttore di Cronache di Gusto Fabrizio Carrera con il premier Matteo Renzi)

Marilisa Allegrini e Piero Antinori pensano alla Cina dove la presenza del vino italiano è ancora poco significativa. Antinori: “Prima di noi Francia e Australia. Il sistema Italia può fare qualcosa”. Renzi riprende: “Signori siate compatti e soprattutto più innovazione nella comunicazione. Ricordatevi che ora fare il cuoco è un mestiere figo e ricercatissimo grazie a Masterchef. Perchè non provate a fare qualcosa di analogo voi che fate vino”? Spunta il turismo. Vino e turismo grande binomio? I produttori chiedono a Renzi di spingere in questa direzione. Lui spiega: “Attenti, il vino è solo una piccola parte dell'appeal turistico. Anche prodotti come la pizza o altri nostri prodotti giocano un ruolo. Ricordiamocene”. Charrère chiede a Renzi due cose: più sistema, più rete tra i produttori. Ma soprattutto si riprenda in mano la legge sul suolo naufragata qualche anno fa. Senza rispetto della terra non andiamo da nessuna parte. Alessio Planeta: “Presidente, pensi anche al Sud, in Sicilia soprattutto dove il vino è l'unica cosa che funziona. C'è tanto altro da fare”. Matteo Lunelli: “La straordinaria ricchezza del vigneto Italia può aiutarci molto. Nessuno come noi. Ma dobbiamo essere più bravi a comunicare”.


(Un altro momento del pranzo con il Premier)

Renzi: “Attenzione allo storytelling, farà la differenza. Preparatevi. Noi faremo la nostra parte”. Fa capolino il direttore di Repubblica Mario Calabresi, ma siamo già al dessert. Strette di mano, foto, selfie, il tempo stringe. Renzi vola via verso l'incontro con Jack Ma, il patron di Alibaba. Ancora il presidente del Consiglio: “Il guaio dell'Italia è che siamo percepiti nel mondo in modo errato. La realtà è migliore del modo in cui veniamo immaginati e cito una recente classifica del Financial Times. Con Jack abbiamo fatto già qualcosa per l'Italia. Ma possiamo fare ancora per il made in Italy assieme a lui”.

Stop. Si esce dallo stand di corsa. Ancora un paio di ore al Vinitaly e poi stasera in volo verso Teheran per una missione istituzionale. Dove di vino sarà difficile, anzi impossibile, parlarne. Pazienza. C'è il resto del mondo da conquistare.
 

F.C.