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Birra della settimana

Fiori di zucchina fritti, irresistibili con la birra. Un piatto che si esalta con la pinta

13 Agosto 2023
Fiori di zucchina fritti Fiori di zucchina fritti
Zucchine o zucchini: da poter chiamare come preferite. Sgombriamo subito il campo da quella che sarebbe una discussione inutile. Già, perché, secondo la Crusca, ambedue le versioni sono corrette: ergo, ognuno prediligerà quella più radicata nella rispettiva area della Penisola. Comunque, non cambia la sostanza: si tratta di un ortaggio virtuoso e versatile. Virtuoso lo è per le sue caratteristiche costitutive e nutrizionali: composto al 94% circa da acqua, esercita funzioni diuretiche e drenanti; morigeratissimo in calorie e carboidrati (questi ultimi sul 18%), risulta leggero e accessibile senza patemi o sensi di colpa; provvisto di un apprezzabile contenuto in vitamina C, vitamina A, carotenoidi e sali minerali (calcio, fosforo, ma soprattutto ferro), contribuisce alla salute della pelle e della vista, oltre a fornire un considerevole apporto antiossidante. E poi, si diceva, in cucina è un vero jolly: protagonista in una quantità di ricette diverse e in tandem con davvero tanti ingredienti comprimari. In questo caso puntiamo i riflettori di una preparazione tra le più classiche: la frittura in pastella.
PRONTI IN POCHI MINUTI
Le operazioni per portarli in tavola sono semplici e veloci. Primo passo: pulire i fiori sotto acqua fredda (dopo averli separati da gambi e filamenti esterni), quindi rimuovere l’umidità in eccesso con della carta assorbente. Seconda manovra, la pastella: da montare sbattendo, in una ciotola, una miscela di farina, latte freddo, uova, sale (giusto qualche granello), più, dopo i primi colpi di frusta, del lievito per torte salate. Terza fase: immergere i fiori nella pastella (con cura, su tutte le superfici, scolando quella in eccesso) e poi tuffarli, uno per volta, in padella con olio (di semi d’arachide), bollente a 175 °C. Sprint finale: prelevare i bocconcini, spolverarli (volendo) con un alto pizzico di sale e… affrettarsi a consumarli caldi.
RADIOGRAFIA DEL BOCCONE
Al palato, abbiamo una consistenza leggera e croccante, dotata di una frazione lipidica e amidacea piuttosto contenuta; una profumazione delicata, segnata da un’ovvia risonanza erbaceo-floreale; una tendenza gustativa fondamentalmente neutro-dolce, con una leggera vibrazione acidula (data dalla frittura) e un cuneo di sapidità stabilito dalla “mano” di chi cucina, ma che consigliamo – come regola generale – di tenere sotto sorveglianza, per non renderlo prevaricante: nel nostro caso per esempio, alla dose supplementare pre-impiattamento, si è rinunciato del tutto. Come regolarsi poi nell’abbinamento con la birra? Di seguito, le nostre consuete tre prove e i rispettivi risultati…
CON LA HELLES
Partenza soffice: in tavola “cala” una Münchner Hell. Quella, battezzata quasi tal quale – per l’esattezza “Hell” (con il semplice riferimento tipologico, senza nomi d’arte) – e firmata dai siciliani di “Birra Tarì”, a Modica (Ragusa). Colore dorato pieno e medio-bassa gradazione (siamo a quota 4.7), la sua contenuta spinta alcolica è comunque sufficiente, in alleanza con una bollicina ben viva, a gestire il modesto deposito di grassi e carboidrati del boccone, restituendo immediato ordine al palato dopo la masticazione. Interessante poi, a livello olfattivo, l’intreccio fra le note panificato-erbacee della sorsata e quelle, per molti aspetti analoghe, dei fiori: una continuità decisamente intuitiva e gradevole. Quanto ai rapporti gustativo palatali, è vero, sì, che la bevuta chiude con un taglio di lieve amaricatura; tuttavia, l’incrocio con le (potenzialmente conflittuali) punte di sapido e acidulo, presenti nella frittura esse stesse in misura assai sorvegliata, si verifica, traendo le somme, a livelli d’intensità decisamente bassi: insomma, le due caratterizzazioni si stuzzicano, ma non si azzuffano…
CON LA CREAM ALE
Simile a quella che ha ispirato il primo “duetto” è la logica di associazione alla quale si rifà questa seconda prova di affinità. Il principio, in sintesi, consiste nell’affiancare ai fiori di zucchina una bevuta morbida, priva di spigoli pronunciati: specie in termini di amaricatura. In questo senso la “Nunenapils”, ovvero la Cream Ale di casa “Okorei” (Mariglianella, Napoli), corrisponde con precisione addirittura superiore ai requisiti occorrenti: di colore dorato e di gusto ancor più rotondo, rispetto alla “Hell”, sviluppa una corsa gustativa sostanzialmente esente da contrasti con il profilo della frittura. È a migliorare è anche la gestione della frazione lipidico-amidacea presente nel boccone; se non altro per un tasso alcolico che sale da 4.7 a quota 5: vero, 3 decimali di grado non sono un’enormità, ma il loro impatto vale comunque qualcosa. A livello olfattivo, infine, torna, tra piatto e bicchiere, quell’allineamento panificato-erbaceo già positivamente registrato con la prima birra; la seconda, poi, aggiunge un filo di fruttato (mela Golden), ma si tratta, appunto, di un filo: niente di eccessivamente divergente o di prevaricante.
CON LA GOSE
Il criterio di abbinamento cambia sensibilmente nel nostro terzo e ultimo giro di pista. Protagonista del quale è la “Gose” (anche qui senza nomi d’arte, ma con la semplice menzione dello stile di riferimento) che esce, a Formello (Roma), dalle premiate officine “Ritual Lab”. Prodotta con il contributo, da “disciplinare”, di batteri lattici e con una speziatura personalizzata (ci sono scorze di bergamotto accanto al binomio canonico di sale e coriandolo), la birra – di colore dorato e aspetto velato – perfeziona ulteriormente la qualità del lavoro sulla materia lipidico-amidacea del boccone: che riesce a fluidificare con disinvoltura in virtù della sua spiccata acidulità, nonostante il grado alcolico scenda al valore del 4,5%. La stessa acidulità della sorsata, poi, si sovrappone a quella del piatto, con positivi effetti di attenuazione reciproca; mentre il rischio di accumulo tra le due sapidità (quella dei fiori e quella della bevuta) è disinnescato dal basso livello d’intensità con cui tale connotato gustativo si presenta su ambedue le sponde. Infine le corrispondenze olfattive: il bicchiere, con le sue panificazioni (da lievito madre) di nuovo riprende, in gradevole continuità, le analoghe sensazioni conferite dalla pastella; mentre con le specifiche nasali apportate dal tandem coriandolo-bergamotto, evoca l’idea di gocce d’agrume fatte colare sul piatto prima dell’approdo in tavola: sul fritto un vero e proprio classico…
BIRRA TARÌ
Contrada Michelica, zona artigianale (senza numero civico) – Modica (Ragusa)
T. 0932 903701; 392 9314222
info@birratari.it
www.birratari.it
BIRRIFICIO OKOREI
Via Marconi, 55 – Mariglianella (Napoli)
T. 388 3980577
info@okorei.it
www.okorei.it
BIRRIFICIO RITUAL LAB
Via del Praticello Alto, 5/7 – Formello (Roma)
T. 351 5525554
www.ritual-lab.it
info@ritual-lab.it