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La curiosità

Arancine al foie gras, gustoso mariage tra Sicilia e Francia

31 Ottobre 2012
arancine arancine

La sottile linea che lega la Sicilia alla Francia non passa solo attraverso l’abbinamento tra le bollicine nobili e il cibo da strada per eccellenza.

Questa linea sottile, infatti, parte da Panelle e Champagne, l'evento di Cronache di Gusto tenutosi qualche settimana fa, e lungo il suo percorso si rinforza abbracciando il riso delle arancine che racchiudono al loro interno un altro dei prodotti celebri d’oltralpe, il foie gras.

È venuta più o meno così a Salvo Guerrieri, responsabile d‘area della Selecta spa, importatrice in Italia dei prodotti Rougié, l’idea di un’arancina sicula col ripieno francese. “Rougié – racconta Guerrieri – è una delle principali aziende produttrici di foie gras della Francia, posizionata nel cuore del Perigord a Sarlat che, associando tradizione ed innovazione, offre il migliore Foie Gras di anatra e di oca. Grazie ad un rapido processo di conservazione del fegato che prevede un immediato abbattimento della sua temperatura prima della conservazione, l’azienda riesce a garantire un prodotto che mantiene inalterate tutte le sue caratteristiche”.   

“Abbiamo pensato così di mettere insieme in un unico boccone un’eccellenza che rappresenta tutta la Sicilia, l’arancina, preparata secondo tradizione, con un’altra eccellenza questa volta francese e quindi, invece dei classici ripieni, abbiamo scelto del foie gras d’anatra che abbiamo saltato in padella e condito solo con sale e pepe. Durante la cottura dell’arancina il ripieno ha rilasciato i succhi che hanno insaporito il riso”.

Queste arancine hanno fatto il loro debutto a “Panelle e champagne” “e – dice Guerrieri – il connubio si è rivelato vincente”, tanto che adesso l’idea sta facendo il giro dei migliori ristoranti siciliani e qualche chef sta già provando la propria versione. “Potrebbe diventare un piatto di benvenuto dei migliori ristoranti dell’isola – conclude Guerrieri – per i palati che non rinunciano ai sapori della tradizione e neppure ai cibi più raffinati”.

Clara Minissale