Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La curiosità

Il caffè che porta la Sicilia nel Qatar

27 Giugno 2014
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 Ali Bin Thamer al Thani e Arturo Morettino 

Il Caffè Morettino sarà protagonista a Brand Italy, il salone delle eccellenze italiane che si svolgerà a novembre a Doha, nel Qatar, in qualità di caffè ufficiale della nota manifestazione internazionale.

A sugellare la presenza dell’azienda siciliana alla fiera che avrà luogo dal 10 al 12 novembre prossimi a Doha la visita dello sceicco Ali Bin Thamer al Thani, promotore dell’iniziativa, nonché uno dei personaggi più autorevoli dell'alta società qatarina. Lo sceicco è stato in visita privata presso l'azienda Morettino e il museo del caffè annesso che custodisce oltre 600 pezzi esclusivi provenienti da tutto il mondo e collezionati dalla famiglia Morettino per raccontare la diffusione della cultura del caffè nella storia. A far da ciceroni nel museo, i fratelli Arturo, Alessandro e Alberto Morettino e l’export manager Andrea Morettino, in rappresentanza della quarta generazione del management aziendale.

La famiglia ha voluto donare allo Sceicco uno dei più esclusivi pezzi della pregiata collezione di famiglia, un macinino di inizio ‘900, a testimonianza del forte legame storico tra la cultura araba e la cultura del caffè. “Siamo molto onorati della visita dello Sceicco – dice Arturo Morettino, titolare insieme ai fratelli dell'azienda – La sua presenza in Sicilia e la visita presso il Museo del Caffè Morettino, sito nel cuore della nostra azienda, è il simbolo di due mondi e due culture che si incontrano edialogano a distanza di molti secoli. E’ un appuntamento con la storia che si ripete. Il caffè, storico monopolio della cultura araba, fu introdotto infatti in Europa dagli stessi Arabi che in occasione della dominazione in Sicilia ci concessero il privilegio di conoscere quella misteriosa bevanda, affidando all’Occidente l’onore e l’onere della diffusione della cultura del caffè nel mondo. Oggi dopo quasi 10 secoli di storia, data la capillarità dell’espresso italiano nel mondo, potremmo osare dire missione compiuta”.