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La curiosità

Wall-Ye il robot che pota, l’anteprima nei vigneti di Chateau Mouton-Rothschild

22 Agosto 2013

Costa 25mila euro.

E' stato inventato in Francia, esattamente in Borgogna. Potremmo definirlo, fantascienza a  portata di vigneron. Si chiama Wall-Ye ed è un robot che pota le vigne. Christophe Millot, il papà.

Alto 50 centimetri, largo 60, ha quattro ruote, due braccia e sei telecamere. Svolge tutti i compiti richiesti per la potatura ed in più svolge lavoro di monitoraggio e raccolta dati sullo stato di salute della pianta e del terreno. Entrerà in commercio a breve. Tanta la curiosità suscitata in molti produttori da questo esemplare di intelligenza artificiale, anche chi firma tra i fine wine più popolari e collezionati al mondo ha messo gli occhi su questa invenzione. Infatti, proprio nei vigneti Chateau Mouton-Rothschild si terrà la prima dimostrazione in campo per promuovere la vendita- 

Si basa su una tecnologia di tracciamento. Mappa tutto il vigneto, da vite a vite, e immagazzina ogni caratteristica della pianta. E' dotato in un dispositivo che sincronizza le telecamere e le braccia per consentirgli di maneggiare gli strumenti per la potatura. Possiede anche un sistema di allarme “antifurto”. Se non riconosce il vigneto che ha memorizzato tramite Gps non entra in azione e se dovesse essere rubato il disco rigido di autodistrugge mandando anche un segnale al proprietario vignaiolo con scritto “Aiuto”. 

Il nuovo aiutante che nel nome rievoca il simpatico robotino della Disney è nato per sopperire ad una necessità. Comme racconta Milltot, l'idea nasce dalla difficoltà in cui si era trovato Denis Fetzmann di Domaine Lous Latour, in pieno agosto. Senza addetti che potesseo sfoltire le foglie in quel periodo rischiava di compromettere la qualità delle uve.

Anche in California e in Nuova Zelanda si stanno mettendo a punto robot che possano dedicarsi alla potatura. Come il progetto curato dall'Università di Canterbury e sponsorizzato da Penod Ricard per il quale si stima possa contribuire a far guadagnare all'industria del vino della Nuova Zelanda  più di 17 milioni di euro migliorando la qualità delle uve e il rendimento del vigneto.