Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 125 del 06/08/2009

L’ALLARME Cozze amare

06 Agosto 2009
cozze cozze

L’ALLARME

Frutti di mare minacciati dalla diffusione dell’alga tossica in buona parte dell’Europa. Tra le cause i cambiamenti climatici

Cozze amare

L’alga tossica minaccia cozze, ostriche e frutti di mare. Un vero e proprio rischio per la sorte di molluschi e crostacei di mezza Europa. Il pericolo, spiega ‘Le Monde’  on-line, non è più soltanto la contaminazione delle acque, soprattutto a causa del  malfunzionamento degli impianti di depurazione, ma, come succede in Francia occidentale, dietro l’angolo c’è l’alga tossica.

Secondo quanto scrive il giornale francese, da 20 anni colpisce i litorali di quasi tutto il mondo, con effetti diversi e con la possibilità di provocare disturbi gastrointestinali e problemi neurologici. L’alga può causare problemi alla salute anche soltanto se inalata e ingerita con serie complicazioni respiratorie e intossicazioni. Il surriscaldamento della Terra contribuisce alla proliferazione dell’alga virulenta. I cambiamenti climatici hanno,  infatti, già apportato modifiche agli ecosistemi marini come la comparsa di alghe tropicali nel Mediterraneo, colpendo le spiagge di Italia, Spagna e Francia.
Secondo altri studiosi, se aumentano i livelli di CO2, crescerà anche il livello di acidità dell’acqua, con ricadute sugli animali dotati di carapace: così, per esempio, ostriche, granchi e aragoste saranno ostacolate nella capacità di formare il guscio protettivo, si troveranno esposte ai predatori, sovvertendo la catena alimentare. In Francia, per esempio, come è già successo in passato, il divieto del consumo delle ostriche d’Arcachon ha aperto la strada a controlli più rigorosi sulla qualità dell’acqua.
Per ora comunque nessun pericolo per la commercializzazione annuale della Francia, primo produttore in Europa con 130 mila tonnellate di ostriche ogni anno e quarto nel mondo dopo Cina, Giappone e Corea del Sud. Soltanto l’anno scorso, però, a causa di un virus le ostriche degli allevamenti francesi  hanno registrato perdite tra il 40 e il 100%. Anche l’Italia ha la sua specie di ostrica autoctona, l’Ostrea edulis, che dalla Puglia sta conquistando i mercati ittici. A Manfredonia c’é il più grande impianto di allevamento del Mediterraneo, l’unico che commercializza il mollusco made in Italy con una capacità di produzione a regime di 10.000 quintali. E lì incrociano le dita e sperano che l’alga tossica non arrivi.

Elena Mancuso