Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 110 del 23/04/2009

DIARIO GOLOSO Pollo in salsa jazz a Montreal

23 Aprile 2009
montreal montreal

DIARIO GOLOSO

Il ristorante dell’Aymel Rue, fondato nel 1981, è un must per chi vuole mangiare bene e ascoltare dal vivo i migliori musicisti canadesi

Pollo in salsa jazz
a Montreal

Prendete una città meravigliosa come Montreal. Aggiungete un pizzico di charme, eleganza e atmosfera. Condite il tutto con cibo caratteristico. Mescolate gli ingredienti con la musica jazz. Assaggiate e forse arriverete a gustare la ricetta segreta dell’House of jazz.

Il ristorante, sito al 2060 di Aylmer Rue e creato dal Georges Durst, rappresenta una casa per i migliori jazzisti canadesi fin dal 1981.
La House of jazz o Maison du jazz, a seconda che apparteniate alla parte francese o inglese di Montreal, è un mix di divertimento, cucina e storia. Storia perché ha ospitato grandi musicisti jazz. Divertimento perché continua a ospitare bravi e noti jazzisti, che si esibiscono dal vivo. Cucina perché si mangia. E si mangia divinamente.
L’ingrediente segreto del successo della Maison du jazz non è solamente la musica jazz ma anche the Lousiana-style chicken and ribs combo. Questo, infatti, è il cavallo di battaglia del ristorante, ossia un piatto unico con pollo e costolette di maiale letteralmente coperte e immerse in una salsa dolce, quasi caramello, che però riesce ad addolcire la carne senza risultare eccessivamente stucchevole o dolciastra. Ovviamente il piatto, già non troppo leggero, è farcito con una montagna di patate fritte. Questa ricetta casalinga della salsa è stata condivisa con la famosa catena La Cage aux Sports, fondata dallo stesso Durst. E anche lì, ancora oggi, le alette di pollo con salsa dolciastra rappresentano il piatto forte dei 42 ristoranti della catena.
Chi si trova a Montreal non può saltare la cena all’House of jazz, dove ad essere appagato non è solo il gusto ma anche l’udito e la vista. Appena si entra nel locale si percepisce subito l’atmosfera frizzante e accattivante. Luci soffuse, lampadari enormi e di forme diverse al soffitto, fotografie di vari musicisti appese alle pareti e note jazz che addolciscono l’udito dei presenti. Nella sala principale ci sono diverse file di tavolini, più o meno vicini al palchetto dove si esibiscono gli artisti. Ovviamente è d’obbligo la prenotazione, soprattutto se si vuole tavolo vista palco! Anche gli artisti sono di diversi livelli, alcuni suonano durante la settimana altri, i migliori, i weekend quando il locale è veramente stracolmo. Una volta seduto al tavolo si può sorseggiare un aperitivo ascoltando un gruppo di artisti che  scaldano il pubblico in attesa della star della serata. Di solito, in realtà, le star sono due e si alternano; spesso cantano alcuni brani uguali, ma con timbri di voce così differenti da non farne rendere conto.
Alla fine, dopo aver assaggiato i vari combo di pollo e maiale, le insalatone e le bistecche, anzi bisteccone, non si può saltare il dolce. Da oscar la Carrot cake, torta di carote con crema e l’Apple pie, ossia la torta di mele servita calda con il gelato di vaniglia. Quando si pensa di aver provato tutto e di poter andare a casa a meditare sull’esperienza sensoriale provata, arriva la ciliegina sulla torta: l’immancabile souvenir. Guai a chi torna a casa senza aver comprato la borsa, il cappello, il grembiule o il cd della Maison du jazz. Sarebbe come mangiarsi tutta la torta e lasciarne la ciliegina. E ora… sedetevi, rilassatevi e divertitevi.

Elisabetta Lipari