Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 150 del 28/01/2010

LA DEGUSTAZIONE De Natura Vini, i commenti al wine tasting

24 Gennaio 2010
tasting tasting

LA DEGUSTAZIONE

Ecco le schede di degustazione delle 12 etichette protagoniste all’evento ideato da Cronache di Gusto

De Natura Vini,
i commenti
al wine tasting

di Marina V. Carrera e Francesco Pensovecchio

Dodici magnifici protagonisti venerdì scorso a Palermo al Telimar nella prima edizione di De Natura Vini, l’evento ideato e organizzato da Cronache di Gusto per dare spazio ai vini naturali e/o biologici o biodinamici. Sicilia ma non solo con etichette provenienti dal resto d’Italia. Una passerella inedita per Palermo che ha messo in evidenza qualità e caratteristiche di questi vini su cui siamo pronti a scommettere.

Catarratto 2008­ Porta del Vento
Il vino è ottenuto da uve catarratto lucido ed extralucido, un vitigno piuttosto diffuso nella Sicilia occidentale e ritenuto da molti di grande potenzialità ma con pochi esempi concreti. Il vino è giallo paglierino brillante. Profumi di fiori bianchi, agrumi ed erbe verdi. In bocca è fresco, netto e di buona persistenza. Lineare, piacevole, di buona beva nonostante un corpo tutt’altro che esile. Difetti? Packaging meno che essenziale.

Catarratto 2007­ Bosco Falconeria/Simeti-Taylor
L’azienda si trova sulle colline sovrastanti il golfo di Castellammare a circa 60 chilometri da Palermo. Il colore di questo catarratto è giallo paglierino con riflessi verdognoli. I profumi, non ampi, sono però fragranti e delicati. Fiori di acacia, nespola verde ed erbe di campo. In bocca è asciutto e fresco per la buona acidità. Finale leggermente amarognolo e di riuscito equilibrio. Ottima beva.

Grillo 2007 ­Barraco
Il grillo, un vitigno di primaria importanza per la zona di Marsala e qui autoctono in un comprensorio dalle elevate temperature di fine estate, conferisce al vino caratteristiche chiare e ben distinguibili. Il colore è giallo tendente all’oro. I profumi sono prevalentemente terziari, di agrumi canditi, mandorle tostate, alloro, con note minerali e marine. Sensazione di cottura degli aromi. In bocca è sapido, intenso, non molto lungo. Amaro.

Lolik 2007 ­Azienda Agricola Guccione
Da uve trebbiano ­ un vitigno non proprio autoctono in Sicilia ma molto utilizzato nella parte occidentale dell’isola (l’azienda ricade sotto il comune di Monreale, tra San Cipirello e Piana degli Albanesi) ­ ha colore giallo paglierino carico con riflessi oro. Il naso è intenso con note di pesca, fieno, miele, crosta di pane e cenni lievemente balsamici. In bocca è fresco per acidità, pieno. Il legno, perfettamente equilibrato, conferisce armonia di struttura. Persistenza aromatica lunga. Piacevole e molto personale. Uno dei vini di punta dell’azienda di Francesco e Manfredi Guccione, una sorprendente new-entry nel mondo della biodinamica.

Vitovska 2006 ­ Vodopivec
Un vino simbolo di un’azienda “confine”, in tutti i sensi. La vitovska è un vitigno bianco tipico del Carso, un’area ampia a cavallo tra l’Italia e la Slovenia. Le province interessate sono Trieste e Gorizia, ma il Carso sloveno è notevolmente più grande di quello italiano. Il mosto fermenta e resta a contatto con le bucce in anfore di terracotta della capacità di circa 1000 litri (prodotte in Georgia) per circa sei mesi. Il colore, tra l’oro e l’ambrato, confonde, incuriosisce. Il naso è di frutta matura e ossidato al contempo. Papaia e confettura di mele si fondono con sentori marini, mentolati e balsamici. Il corpo è pieno. Sapidità e acidità accelerano le sensazioni linguali, aumentandone la beva e la gradevolezza. Lunghissimo.

Doc Colli Tortonesi, Timorasso Sterpi 2005 ­ Vigneti Massa
Il Timorasso è un antico vitigno autoctono a bacca bianca originario della provincia di Alessandria e riscoperto grazie al lavoro di alcuni viticoltori, tra cui, soprattutto, quello di Walter Massa. Il colore è giallo paglierino brillante. Al naso fiori di acacia, pera, foglie di ortica e di pomodoro. Note mielate si fondono a quelle minerali sulfuree e di idrocarburi. Il palato è tagliente ma anche morbido e avvolgente. Sapido. Eccellente l’intensità e la persistenza aromatica. Finale netto e pulito. Un vino emozionante tra i più apprezzati dal pubblico presente.

Vinudilice, Rosato 2008 ­ I Vigneri
Vinudilice è un rosato prodotto da uve alicante, grecanico, la minnella e altri minori. La vigna, ultracentenaria ed allevata ad alberello, è estesa 0,35 Ha ed è situata all’interno di un ampio bosco sul fronte nord dell’Etna a 1300 metri sul livello del mare. Travasi ed imbottigliamento vengono svolti secondo le fasi lunari. Il vino rappresenta, senza dubbio, l’ennesima affermazione e l’ennesimo successo per Salvo Foti. Come non innamorarsi a prima vista di questo rosato che, non banalmente, sa di uva? Questo nettare, dalle seducenti nuance granato pallido e brillante al tempo stesso, mette in evidenza delicati sentori di rosa canina, fragolina di bosco, mela Pink Lady e ciliegia. In bocca è straordinariamente fresco, morbido e succoso: un vino accattivante sorso dopo sorso. Inaspettabile il residuo zuccherino, come precisato dallo stesso enologo, del tutto casuale. Una perla nera, anzi rosata, del vino del vulcano.

Doc Faro, Bonavita 2007 ­Azienda Agricola Bonavita
Da uve nerello mascalese, nerello cappuccio e nocera, questo Faro prodotto sulle colline antistanti Messina è, alla vista, rosso rubino intenso con lievi sfumature viola. Il naso, non pulitissimo, evidenzia note di frutta rossa matura, pepe, chiodi di garofano e note animali/selvatiche di pelliccia, cuoio e selvaggina. Al palato evidenzia un corpo medio con tannini che conferiscono forza e struttura. Finale fruttato in retro-olfazione.

Granato 2006 ­Foradori
Il Campo Rotaliano, si trova tra le pareti rocciose della Valle dell’Adige presso Mezzolombardo in provincia di Trento, è quel luogo in cui prospera (ma solo lì!) uno dei migliori vitigni della penisola: il teroldego. E’ abitualmente considerato un vitigno versatile adatto a vini di pronta beva e di medio invecchiamento, o adatto alla produzione di vini novelli. Il Granato di Elisabetta Foradori smentisce tutto questo dimostrando l’elevatissimo livello che è in grado di raggiungere il teroldego. Il mosto fermenta in grandi tini aperti di legno di quercia e matura per 18 mesi in legno piccolo. Il colore è rosso rubino con riflessi violacei. Al naso sprigiona sentori netti di frutti rossi tra cui ribes, ciliegia e melograno, tabacco chiaro. In bocca è corposo e di struttura piena, minerale. Sapidità e morbidezza si mescolano in un equilibrio fresco e dinamico. Un grande vino italiano.

Doc Aglianico del Vulture, Titolo 2006 Elena Fucci
Omonimia e giovane verve sono le principali caratteristiche che accomunano l’enologa viticoltrice Elena Fucci alla sua azienda. Nata nel 2000 e con vigneti di oltre sessant’anni questa piccola cantina si è già distinta per qualità e rispetto del territorio: “Titolo” è il nome di questo eccellente Aglianico, un vino dalle tonalità cariche del rubino a tratti violacee. Al naso si distinguono armoniosi frutti rossi maturi come mirtilli, more e lamponi neri che cedono via via il passo ad una fragrante liquirizia ed a dolci note di nocciola e vaniglia del legno. Al palato sprigiona morbidi tannini che lo rendono caldo ed equilibrato.

Scyri ’99 ­ Azienda Agricola Cos
Nasce in una delle zone più vocate per il Nero d’Avola. Questo 1999 è ancora vivo, pur con tutte le trasformazioni dovute all’affinamento ultradecennale. Il colore è rosso granato. Al naso si evidenziano le note ossidative, pur lievi, e note selvatiche e speziate con reminiscenze di frutta rossa piccola. Anice, cuoio, ciliegia, pellame, muschio, alloro. Le note del legno sono marginali e non distinguibili per franchezza. In bocca evidenzia un corpo medio ma piacevole, tutt’altro che stancante, accelerato da una buona freschezza. Giusta persistenza.

Doc Passito di Pantelleria 2005­ Ferrandes
Di questo vino Cronache di Gusto ha lungamente parlato, tra l’altro conseguendo per la guida 2010 del Giornale di Sicilia il massimo punteggio delle 5 stelle. Salvatore Ferrandes cura a Pantelleria un piccolo vigneto di poco meno di due ettari dal quale proviene questo eccellente Passito. Qui occorrono 4 chili di uva per un litro di vino. (scheda di Fabrizio Carrera) Giallo ambrato offre profumi di caramello e miele con piacevoli sfumature di tostatura. Finissimo, lunghissimo, vi lascia al palato sensazioni piacevoli che spaziano dai fichi alle carrube. Un grande passito.