RACCOLTA DIVINA
In Champagne è tutto pronto per la raccolta delle uve. Prevista una minore quantità ma una qualità eccellente. Accordo fra commercianti e produttori per diminuire le rese per ettaro
Vendemmia
d’autore
Lo Champagne si prepara nei giorni più importanti dell’anno. La vendemmia, il momento più atteso per le famiglie del luogo e per gli appassionati di tutto il mondo, ha preso il via con i fasti e l’attenzione che vanno riservati ai grandi momenti. L’attesa, lunga dodici mesi, è finita.
Gli acini, maturi al punto giusto, stanno per essere staccati dalle piante, per trasformarsi nelle bollicine più ambite del mondo. Quelle in grado di provocare le più svariate emozioni in chiunque le pronunci.
E così, come ogni anno, apre a settembre la vendemmia in Champagne, con qualche giorno di anticipo, forse, ma si sa la natura non è sempre puntuale ai suoi appuntamenti. Se non altro gli esperti dicono che l’annata, sotto il profilo della qualità, sarà di quelle che non si dimenticano.
Gli ingredienti? Un sole benefico seguito da notti fresche e con poca pioggia hanno coccolato le uve facendole maturare prima del previsto. Un´altra novità è che, secondo gli esperti, è prevista un´ottima annata per Chardonnay, Pinot Meunier e Pinot Noir. Lo stesso Dominique Moncomble, direttore dei servizi tecnici del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, spiega che “l’acidità elevata e lo stato sanitario molto buono delle uve lasciano sperare in una vendemmia da millesimale”.
La qualità prevista, dunque, sarà eccellente, come solo lo Champagne sa essere, le rese per ettaro invece saranno inferiori di circa il 30 per cento, come deciso in un accordo tra produttori e commercianti che operano in Champagne. L’intesa prevede una sensibile riduzione delle rese autorizzate che passeranno nel 2009 a 9700 chilogrammi per ettaro, circa un terzo in meno della vendemmia precedente: tale cifra comprende inoltre una riserva supplementare e bloccata di 1700 chilogrammi per ettaro, il che porta a una quantità “utilizzabile” di 8000 chilogrammi per ettaro. Ciò dovrebbe consentire di adeguare gli stock alle vendite ridotte della fine dell’anno scorso e dell’inizio di quest’anno, tamponando nel contempo le pressioni al ribasso sui prezzi.
Agata Polizzi