Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 70 del 17/07/2008

IL DIBATTITO Coldiretti: ”Il nostro no agli Ogm”

16 Luglio 2008
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    IL DIBATTITO

aldo_mattia70.jpgIl direttore dell’associazione di categoria, Aldo Mattia: ”Non garantiscono la tipicità”

Coldiretti: ”Il nostro
no agli Ogm”

”Sugli Ogm? Disposti a fare le barricate”. Parole, testuali, di Aldo Mattia, direttore della Coldiretti siciliana, che commenta così la provocazione lanciata da Giovanni La Via, assessore regionale all’Agricoltura, sullo scorso numero di ”Cronache di gusto”.

La Via aveva mostrato una moderata apertura nei confronti degli organismi geneticamente modificati.

Mattia, non crede che gli Ogm possano essere una risorsa per il futuro?
”La politica della Coldiretti si basa sulla tipicità, sul prodotto in sé, sulla tradizione. Sugli Ogm, siccome fino a questo momento nessuno ha dimostrato gli effetti, siamo contrari. Ci opponiamo a qualsiasi apertura. Se ci si muovesse nella sperimentazione noi alzeremmo le barricate. Gli organismi geneticamente modificati non possono essere reputati un valore aggiunto per le aziende agricole siciliane, anzi rischiano di far perdere la tipicità dei prodotti”.

E se invece, dopo qualche sperimentazione, venisse fuori che gli Ogm fanno bene alla salute?
”Salterebbe tutta l’impalcatura. Il lavoro etico delle nostre aziende sulla qualità è di certo anche garanzia di qualità”.

E i costi? L’uso degli organismi geneticamente modificati potrebbe portare anche ad un abbattimento dei prezzi di alcune materie prime.
”La strada possono essere anche i mercati del contadino. Le sperimentazioni in Sicilia sono andate molto bene. Viene tagliata l’intermediazione e dunque un passaggio della filiera. Prezzi giusti per prodotti validi, un rapporto che non può essere garantito dagli Ogm”.

E sul costo eccessivo di alcune materie prime, a partire dal grano?
”Colpa dell’aumento dei prezzi degli strumenti per l’agricoltura, innanzitutto carburanti, manodopera e concimi il cui costo è lievitato anche del 70%”.

Con il Piano di sviluppo rurale è prevista in Sicilia una pioggia di finanziamenti.
”Il fatto è che questi finanziamenti coprono il 50 per cento delle spese relative ai diversi progetti da portare avanti, la restante metà è invece a carico delle aziende il cui livello di indebitamento è arrivato a livelli altissimi. La Regione dovrebbe promuovere provvedimenti legislativi per realizzare la ristrutturazione finanziaria delle aziende agricole siciliane. Altrimenti i soldi del Psr rischiano di non essere spesi”.

Un voto all’agricoltura siciliana.
”Ai prodotti do 10, alla situazione strutturale 5”.

La media è 7,5.
”Ecco. Questo è il mio voto”.

Marco Volpe