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Articoli sul Marsala

Veronika Crecelius “Il Marsala Fine che c’entra con la Doc?”

24 Giugno 2010
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Veronika Crecelius, giornalista tedesca e degustratrice al Marsala Wine Tasting parla della denominazione siciliana più antica. “Bisogna semplificare, puntare sul Vergine e rivolgersi ai giovani. Nel mio Paese è un vino quasi sconosciuto. E c’è un’ottima etichetta che non ho dimenticato…”

“Il Marsala Fine
che c’entra
con la Doc?”

Veronika Crecelius, giornalista corrispondente in Italia per Weinwirtschaft, la più influente rivista per il mercato di vini in Germania, ci dice la sua sul Marsala anche dopo la sua esperienza di degustatrice al Marsala Wine Tasting, l’evento organizzato dal consorzio di tutela. “Un vino straordinario – dice – di importante valenza storica e dall’eccezionale longevità, che ha perso il suo smalto nel tempo. Secondo una mia indagine, in Germania, come in molte parti del mondo, non viene quasi più richiesto”.

Cosa pensa del Marsala?
“Può essere un eccellente prodotto che è espressione di un territorio magnifico e della sua storia, ma ahimè tanto splendore si sta perdendo. Ho assaggiato molti Marsala, delle Riserva di grandissimo livello, niente a che vedere con quello che si trova sugli scaffali del supermercato”.

Pensa che il disciplinare vada bene?
“La qualità di un vino non la fanno le leggi, ma i produttori. Detto questo non credo che il disciplinare renda il giusto merito a questo vino. Penso che bisognerebbe semplificarlo e magari eliminare dalla Doc il Marsala Fine, che crea confusione nel consumatore e che piuttosto, viene percepito come ingrediente per cucinare in pasticceria. Non voglio demonizzarlo, perchè so che anche dietro ad esso c’è il lavoro di molte famiglie, ma questa tipologia è quasi una contraddizione al “vero” Marsala che acquista la sua grandezza con l’invecchiamento. Inoltre, non so come sia possibile che il Soleras abbia mantenuto questo nome così simile al metodo Solera, la tipologia di invecchiamento utilizzata per gli sherry e i brandy”.

Cosa cambierebbe?
“I produttori dovrebbero puntare, promuovere e ricordare molto di più il Vergine e la Riserva. Proporre un nuovo modo di consumarlo, avvicinarlo a una clientela giovane. Un’ottima idea è stata di far creare cocktail con il Vergine durante l’evento Marsala Wine Tasting. Questo modo di consumo deve essere comunicato anche ai mercati internazionali, bisogna coinvolgere i clienti, dargli fisicamente una mano col rilancio, accompagnarli durante nuove azioni di promozione. Credo che la nuova generazione di produttori sia molto motivata a migliorare la produzione e l’immagine del Marsala. Vogliono sentirsi veri produttori di vini. E questi cominciano sempre in vigna per aumentare la qualità. Nel caso di Marsala si deve pensare certamente anche alla qualità dell’alcol e quella del mosto cotto, spesso di pessima qualità che rende il prodotto amaro”.

Ci parli del consumo di Marsala in Germania.
“Ho recentemente fatto un’indagine su questo argomento per poterne scrivere sul mio giornale. Ho interpellato importatori, distributori e titolari di enoteche e ristoranti in giro per la Germania. Bene, con molto rammarico devo ammettere che la presenza di Marsala è scarsissima, mentre per quanto riguarda la distribuzione di Marsala di qualità è quasi inesistente. Bisogna distinguere tra il consumatore di Marsala di qualità, che è, oserei dire, in estinzione poiché piace ad una clientela non giovanissima, ed il consumatore di Marsala di medio-bassa qualità, che lo usa per cucinare. Anche quest’ultima tipologia di prodotto deve conquistare una propria dignità, perché adesso offusca l’immagine del vero Marsala. Ho comunque approfondito la ricerca e mi sono accorta che chi beve Marsala di qualità è un nucleo di appassionati, spesso emigrati italiani che non vogliono rinunciare ad un vino che è simbolo di italianità”.

In termini numerici quanto Marsala di qualità viene venduto?
“Un famoso distributore di Stoccarda mi ha riferito che ha venduto 720 bottiglie di fine secco e 240 di Cremovo (Crema di Marsala all’uovo ndr) nel 2009. Altri dicono che preferiscono il Porto e che da dieci, quindici anni non  richiedono più il Marsala. C’è qualcuno che lo colleziona, come un sommelier italiano che lavora ad Amburgo. Per il resto, su internet, in giro per i blog si trovano solo richieste di Marsala da acquistare per cucinare”.

Quali tipologie e produttori apprezza di più?
“Il Vergine Riserva mi può emozionare molto. Non vorrei parlare di produttori, ma il Vecchio Samperi 30 anni di Marco De Bartoli è stato la mia prima esperienza di Marsala, e ne ho un ottimo ricordo.

Laura Di Trapani