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Vino della settimana

Brunello di Montalcino Docg 2019 di cantina Col di Lamo

20 Aprile 2024
L'etichetta del Brunello di Montalcino 2019 di Col di Lamo L'etichetta del Brunello di Montalcino 2019 di Col di Lamo

Definirla solamente un’azienda vitivinicola sarebbe davvero riduttivo. Col di Lamo è il sogno di Giovanna Neri e della figlia Diletta, il posto dove coltivano una grande passione, vivono il contatto con la natura e sviluppano le proprie idee. Non a caso è la loro particolare sensibilità, una visione tutta al femminile, che ci regala vini che nascono da questo legame molto intimo con i luoghi di provenienza. Ci troviamo nel territorio di Torrenieri, frazione situata all’estremità nord orientale dell’area della denominazione, tra Montalcino e le colline della Val d’Orcia. La tenuta si estende per 80 ettari, di cui 9,5 vitati (7,5 a Sangiovese, 6 per il Brunello e 1,5 per il Rosso di Montalcino, più 2 coltivati con vitigni autoctoni e internazionali), situati ad altitudini comprese tra 300 e 350 metri sul livello del mare con esposizione nord est. L’azienda, nata nei primi anni Duemila, vede nel 2003 la sua prima annata vinificata da terzi. Poi si inizia a lavorare in una prima struttura presente nella proprietà e successivamente nell’attuale cantina.

La filosofia produttiva è molto chiara, come spiega Giovanna Neri: “Rimanere tradizionale con un vino che possa essere elegante e al contempo esclusivo. L’idea è quella di proporre creazioni sartoriali, dal packaging al contenuto della bottiglia. Ho scelto tutto io a partire dalle etichette nelle quali predomina l’arancione, colore che qui spesso è protagonista dei tramonti. Non ho bisogno di stemmi che mi leghino all’antichità, mi basta osservare quello che c’è intorno. Se hai la sensibilità giusta riesci a cogliere questi aspetti. Anche le rese di 35-40 quintali per ettaro vanno in questa direzione: poca uva eccellente per mirare all’esclusività”. Giovanna poi aggiunge: “Tutto questo è dettato dalla passione che ti fa sfondare qualsiasi porta e raggiungere gli obiettivi. Se c’è tanto amore ci riesci”.

La produzione attuale si aggira intorno alle 35 mila bottiglie, toccando anche le 40 mila nelle annate favorevoli. Diverse le etichette con un Rosso di Montalcino, vari Brunello di Montalcino (Annata, Riserva e la selezione speciale “A Diletta”, ai quali si aggiunge una “Limited Edition”) e il Lamo, rosso da Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Ci è piaciuto molto il Brunello di Montalcino Docg 2019, vino che mostra chiaramente uno stile basato sulla ricerca dell’eleganza. Le uve Sangiovese provenienti dalla Vigna del Lamo vengono selezionate durante la vendemmia, diraspate e avviate alla fermentazione. Quest’ultima si svolge per mezzo di lieviti indigeni in vasche di acciaio inox e di cemento. La durata della macerazione sulle bucce e la frequenza dei rimontaggi, così come molti altri dettagli riguardanti la vinificazione, non seguono protocolli definiti, ma vengono stabiliti in base alle caratteristiche della materia prima che le diverse annate e le varie parcelle di vigneto forniscono. Il vino matura in grandi botti di rovere di Slavonia e in tonneaux di rovere francese per almeno 24 mesi. Prima dell’immissione in commercio è previsto un periodo di affinamento in bottiglia di circa 4 mesi.

Nel calice il Brunello 2019 si presenta di colore rosso granato appena scarico, tinta che trasmette subito la nobiltà di un liquido che non vuole apparire, impressionare, ma mantenere compostezza. Ha un naso fine e profondo nel quale sentori di piccoli frutti rossi e scuri maturi al punto giusto risultano affiancati da un leggero tocco di rosa appassita, una nota ferrosa e un cenno muschiato. E’ un profilo armonico ed elegante che fa leva sui chiaroscuri e sulle sfumature, esprimendo il carattere di un vino che non si palesa immediatamente, ma vuole essere scoperto, annusata dopo annusata. Il sorso, snello in ingresso e ordinato nella progressione, acquista consistenza nei tannini che comunque risultano delicati. Ricalca perfettamente lo stile percepito all’olfatto: c’è energia, incisività, ma mai irruenza. Lungo e minerale il finale. Può essere abbinato ad arrosti di carni rosse, specialmente se con una parte grassa importante, selvaggina e formaggi a lunga stagionatura. Cercate anche il momento giusto per berlo, ad esempio dopo cena davanti al camino con un pecorino toscano stagionato.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Col di Lamo
Podere Grosseto N° 28 – Torrenieri
Montalcino (Si)
T. 0577 834433 – 345 3700864
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