Catarratto.
Rallo, storica cantina di Marsala nata dall’intraprendenza di Diego Rallo che nel 1860 smise di fare il capitano di navigazione per conto di Ingham, si sposò e ottenne in dote un’estesa azienda agricola con piccolo magazzino rurale per cui abbandonò il mare e si mise a commerciare in proprio. Si faceva quasi esclusivamente il Marsala fino ad arrivare negli anni 80 quando Rallo è ceduta alla Max & Vitali, colosso della distribuzione di alcolici. Però Max & Vitali durò poco e dopo 2 anni fallì arrivando solamente ad acquistare gran parte dei magazzini Florio, la cosiddetta ala nobile cioè il blocco originario più antico, il marchio Rallo ed una serie di miscele storiche di Marsala. Praticamente il piano industriale non ebbe tempo di realizzarsi.
Così nel 1997 la famiglia Vesco, viticultori da 4 generazioni in quel di Alcamo, compra Rallo che, come detto, era praticamente un marchio industriale. Si unisce pertanto una potenzialità manifatturiera ad un’attività agricola di 30 ettari che fino a quel momento vendeva al nord i vini sfusi. Nel tempo si aumenta la superficie che oggi di proprietà è di 100 ettari di cui 70 vitati compreso 20 ha nuovi di 3 anni a cui si aggiungono altri 18 ha in affitto a Marsala e 2 a Pantelleria. L’attività quindi si svolge per la maggior parte ad Alcamo dove c’è sostanzialmente Catarratto e Nero d’Avola, a Marsala con Grillo ed Insolia, a Pantelleria col Moscato.
Da oltre 10 anni l’azienda di Alcamo è certificata biologica, anzi è l’unica in Sicilia ad essere certificata da BioSuisse, con disciplinari più esigenti tanto da imporre almeno il 10% di superficie non coltivata nonchè l’inerbimento perenne del vigneto. Più recente il biologico a Marsala. La cantina di vinificazione oggi è solo a Marsala ma è tra gli obiettivi più immediati di Andrea Vesco, presidente e direttore generale, la realizzazione delle altre 2 cantine nelle corrispondenti zone di produzione per valorizzare maggiormente l’immagine e l’aderenza al territorio. L’enologo è Carlo Ferrini. La cantina ha subito costanti aggiornamenti e dal 2010 tutto il processo di vinificazione dei bianchi, dalla pigiatura all’imbottigliamento, avviene sotto azoto, quindi senza fenomeni di ossidazione, per valorizzare lo spettro aromatico. Questo tra l’altro permette di ridurre fortemente i solfiti aggiunti. Una produzione di 450.000 bottiglie che tende ad aumentare con un mercato che per metà è rivolto all’estero.
Concentriamoci ora sul Beleda che prende il nome da un antico soprannome attribuito alla città di Alcamo. Il vigneto, come gli altri, è in contrada Patti piccolo, al confine della provincia di Trapani verso Camporeale. Siamo in terreni sabbiosi di medio impasto che si estendono a quote tra i 200 e i 300 metri. Controspalliera a Guyot che è vendemmiata a mano e i grappoli, integri, sono trasportati in piccole cassette in camion refrigerati. Fermentazione con lieviti spontanei seguita da un affinamento di 6 mesi in acciaio e di almeno 2 mesi in bottiglia. 12,5 gradi di alcol.
Il Catarratto è il vitigno tipico dell’alcamese, quello che doveva essere prevalente nella DOC Alcamo. Diciamo al passato perchè questa denominazione, come molte altre, se non tutte, è destinata a scomparire fagocitata dalla nuova DOC o DOP Sicilia, a cui tra l’altro è iscritto il nostro Beleda.
Nel calice è colore giallo paglierino. Al naso profumi di agrumi con predominio del pompelmo, di pesca, di fiori bianchi, di frutta tropicale, note minerali e sentori fumé. Secco al palato, ottima mineralità, bella freschezza dovuta ad una equilibrata acidità. Si risente il fumé che accompagna la frutta in un corpo armonico con un retro leggermente amarognolo.
Si abbina al pesce azzurro, a formaggi freschi o poco stagionati. Consigliato con gli spaghetti alle vongole, lampuga (capone) al vapore, caciocavallo fresco di vacche cinisare. Sono 6.200 bottiglie in enoteca a 18 euro.
RALLO Spa |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |