di Federico Latteri
Murgo è una delle aziende simbolo dell'Etna, non solo per storia, ma anche per qualità dei vini prodotti.
Ci troviamo a Santa Venerina in provincia di Catania. La tenuta San Michele nasce nel 1860, per volere del senatore Luigi Gravina che di lì a breve la cede alla famiglia Scammacca. Alla fine degli anni '60 viene effettuata una grossa ristrutturazione dei vigneti, creando delle grosse terrazze e realizzando impianti a filare che possono annoverarsi tra i primi realizzati nel territorio dell’Etna. Dieci anni dopo, nel 1980, nasce il primo vino Etna Rosso 1980 che verrà imbottigliato nel 1982. Questa produzione di appena 3 mila bottiglie, segna l’inizio di un lungo periodo di sviluppo che ha portato l’azienda a migliorare le conoscenze nella vitivinicoltura, a incrementare la dimensione dei vigneti, a dotarsi di una nuova cantina e di adeguate attrezzature tecnologiche.
(Michele e Pietro Scammacca)
La prima produzione di bollicine avviene nel 1989, quando viene vinificata la prima uva destinata allo spumante di Nerello Mascalese. Uve che, in seguito diventeranno una quota significativa della produzione aziendale. Dopo molti anni di lavoro nel miglioramento qualitativo e nella commercializzazione la Tenuta San Michele può annoverarsi tra le più importanti aziende dell’Etna e sicuramente una delle prime che ha creduto alle potenzialità di questo territorio. Terroir è la parola chiave di questa azienda che ha sempre cercato di trasportare in bottiglia tutto quello che di buono sa regalare questa zona magnifica della Sicilia. Quattordici le referenze prodotte tra vini Etna Doc, vini spumanti, vini a Igt per un totale di circa 300 mila bottiglie. In Sicilia l'azienda ha 38 ettari di vigneto e coltiva Nerello Mascalese, Caricante, Catarratto, Petit Manseng, Moscato Bianco, Pinot Nero, Chardonnay, Pinot Bianco, Cabernet Sauvignon, Syrah e Nero d’Avola. L'enologo dell'azienda è Vito Giovinco.
Degustiamo il Murgo Brut Rosè 2016, un prodotto ben riuscito che si distingue per la grande piacevolezza, la bevibilità e la capacità di accompagnare un'ampia varietà di piatti esaltandone il sapore. E' fatto con uve Nerello Mascalese cento per cento provenienti da vigneti a spalliera con densità di 4.500 piante per ettaro, situati ad un'altitudine di circa 500 metri sul livello del mare. La vendemmia viene effettuata manualmente prima della completa maturazione. La vinificazione prevede la diraspatura, una breve macerazione nelle presse pneumatiche, la pressatura soffice, poi il raffreddamento con decantazione del mosto e infine la fermentazione in serbatoi di acciaio inox alla temperatura di 14 gradi per 20 giorni. La base così ottenuta viene sottoposta al processo di spumantizzazione che prevede un affinamento in bottiglia sui lieviti per un periodo variabile da un anno e mezzo a due anni e mezzo. Vengono effettuate diverse sboccature di una stessa annata.
La bottiglia che abbiamo degustato è stata degorgiata nell'ottobre del 2018. Nel calice il Murgo Brut Rosè presenta un colore rosato appena scarico con tenui riflessi aranciati ed un perlage fine e persistente. E' pulito e delicato all'olfatto con profumi di fragoline di bosco e ciliegia arricchiti da una nota floreale e un cenno di cannella. Il sorso è fresco, ben articolato, bilanciato e dotato della giusta intensità gustativa. Discretamente lungo il finale in cui è evidente una certa sapidità. Si tratta sicuramente di uno dei millesimi più eleganti ed equilibrati di questo spumante che viene prodotto dalla vendemmia 2004. Si abbina bene a tantissimi piatti della cucina di mare, molluschi e crostacei in particolare e ad antipasti di vario genere. Da provare con una tartare di manzo.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Murgo
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IL VINO IN PILLOLE