Pinot Noir.
Si possono fare degli ottimi vini spumanti senza avere nemmeno un ettaro di vigneto? Canella ci riesce bene tanto da far ottenere premi e riconoscimenti anche internazionali ai suoi Prosecco che imbottiglia anche nella DOCG Conegliano-Valdobbiadene. Siamo a San Donà di Piave e dobbiamo tornare al 1947 quando Luciano Canella fonda l’omonima Casa Vinicola. I genitori hanno un bar nel paese e visto che nel Veneto è diffusa l’usanza dell’ombra, cioè del bicchiere di vino che accompagna molte fasi della giornata, specie al mattino, Luciano si occupa di acquistare i vini. Sa bene che la zona è vocata alle bollicine per cui negli anni 80 si specializza nella produzione di vini frizzanti e spumanti, utilizzando le migliori uve della zona del Piave nonché il Prosecco, anzi come è più giusto dire la Glera, delle vicine colline di Conegliano e Valdobbiadene, ed entra a far parte del medesimo Consorzio di Tutela.
Oggi dopo l’acquisto del marchio Deroà sono 7 le etichette di Prosecco nelle DOC e DOCG a cui si aggiungono 2 di spumanti brut il Deroà di Chardonnay e Pinot Noir e il Rosé di Pinot Noir. Sono 4 milioni di bottiglie ricavate dai migliori vini dei produttori della regione a cui si aggiungono qualche altro milione di confezioni di cocktails a base spumante tra cui il notissimo Bellini, che fu inventato da Giuseppe Cipriani proprietario dell’Harris Bar di Venezia addirittura nel 1948 prendendo spunto da un quadro del pittore Giovanni Bellini. Il cocktail è creato da due parti di spumante e una di polpa e succo di pesca bianca ed è esportato in tutto il mondo. In produzione altri due cocktails sempre frizzanti: Mimosa con arance rosse e Rossini con fragole, nonchè 4 ettari di pesche bianche che servono per il Bellini.
Luciano ha lasciato ormai le redini della società ai quattro figli: Lorenzo, presidente, Nicoletta, Monica ed Alessandra. In degustazione il Rosé Brut 2012 di cui si fanno 70.000 bottiglie. Il Pinot Noir proveniente dalla zona è vendemmiato a fine agosto quando non è ancora perfettamente maturo per non diminuirne l’acidità, pressato non tanto sofficemente e subito separate le bucce. Fermentazione con lieviti selezionati per 15-20 giorni a temperatura controllata. Terminata la fermentazione alcolica, sotto la direzione degli enologi della casa Roberto Divetta ed Ettore Tiziani si porta il vino in stabilimento, si filtra e si immette in autoclave con aggiunta di zucchero di canna ed altri lieviti. Quando si ottengono i parametri desiderati: 1% zucchero residuo, 11° alcolimetrici, 5 atm di pressione, lo spumante si centrifuga per separare i sedimenti dei lieviti e tra fine dicembre o gennaio è pronto per l’imbottigliamento.
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Nel calice il colore è rosa scarico e bisogna stare attenti alla pressione nello stappare la bottiglia perchè l’anidride carbonica è tumultuosa inizialmente per poi calmarsi e dare un perlage che va diradando. Al naso un’iniziale sentore di solfiti che fortunatamente vanno via presto così vengono fuori principalmente la mineralità del vino, note di lampone e pesca, profumi di campo, di acacia, il tutto si intensifica con la rotazione. Non c’è un sentore che spicca su gli altri, tutti sono in perfetto equilibrio. In bocca è secco, di buona acidità, strutturato, equilibrato e molto piacevole confermando la spiccata mineralità. Il finale è lungo con una discreta mandorla poco amara. Un bel prodotto specialmente alla beva che sicuramente saprà reggere alcuni anni.
Da apprezzare come aperitivo di struttura ma di ridotta carica alcolica, si può godere a tutto pasto accompagnando molto bene piatti con pomodoro, che tra l’altro in estate abbondano. In enoteca 8,50 euro.
Casa Vinicola Canella |
Recensioni Rubrica a cura di Salvo Giusino |