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I nostri consigli

I migliori bianchi della mia vita

28 Aprile 2011
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di Massimiliano Montes

Amo i bianchi francesi. Ma non solo. Fabrizio Carrera mi ha chiesto un elenco in vista dei mesi caldi quando è difficile rinunciare a un buon bicchiere di bianco. Ci ho provato. Ecco il mio elenco. Per me tutti vini imperdibili. Tanti francesi e qualche chicca del Sud Italia.

Silex 2007, Didier Daguenau.
Il principe dei Sauvignon Blanc, il “Fumé de Pouilly” della Loira. Da uve perfettamente mature, un sauvignon che relega ai minimi termini il tradizionale aroma di “fiore di bosso”. Giallo paglierino intenso, appena il calice si avvicina al naso catalizza i tuoi sensi, ti avvolge in aromi floreali ed erbacei, sostenuti da una mineralità intensa, profonda. Il palato è perfettamente corrispondente, con una discreta acidità e profondi sentori minerali. Persistenza da primato. E’ un dominatore dei sensi, non facile da abbinare perché tende a sovrastare le pietanze più delicate. Ma non è prepotente o scorbutico: ti regala emozioni equilibrate ed appaganti. E’ semplicemente il Re Leone dei bianchi.
Prezzo: 110 €

Meursault-Charmes 2006, Louis Jadot.
Elegante e raffinato. Una strepitosa interpretazione dello Chardonnay, lontana anni luce dagli stucchevoli stereotipi “nocciola e vaniglia” degli Chardonnay nostrani. A differenza del precedente è meno invadente, composto, seppur di grande personalità. Giallo paglierino tenue. Naso floreale, intenso ma delicato, dal gelsomino a lievi note di fiori d’arancio. Il palato è sostenuto da una buona acidità e da una mineralità discreta che si apprezza di più dopo la roteazione del calice. Ha una persistenza sottile e duratura.
Prezzo: 60 €

Pur Sang 2007, Didier Daguenau.
La “seconda scelta”, se così si può dire, del “domaine”. In relazione alle annate presenta aromi meno decisi del Silex ed una mineralità meno spiccata, ma è pur sempre un grande protagonista. Da segnalare le etichette, che sono dei piccoli capolavori dipinti a mano proprio per Didier Daguenau.
Prezzo: 80 €

Aulerde 2007, Wittmann.
Un Riesling del Reno “mediterraneo”. Si, perché con la sua gradazione (13% vol.) e con il suo colore intenso, sicuramente non fa pensare ai climi freddi germanici. Il naso di questo Riesling è una sorpresa: aromi agrumati e floreali, mineralità profonda ed a tratti un po’ scomposta. Buona acidità al palato senza alcuna “abboccatura” tipica dei bianchi di quelle zone (ha un basso residuo zuccherino). E’ il compagno ideale per un certo tipo di cucina siciliana, pasta con polpa di riccio “in primis”. Riesce ad accompagnare con intelligente presenza sia le crudità di pesce che i piatti più elaborati: non è invadente con i piatti delicati, ma non si lascia sovrastare da quelli più intensi.
Prezzo: 35 €

Clos du Chêne, Montlouis-sur-Loire 2009, Frantz Saumon.
Questo bianco da uve Chenin della Loira si presenta apparentemente timido. Giallo tenue delicato. Al naso invece ti conquista, per la sua armonia, le sue fragranze di macchia mediterranea, per la sua mineralità sottile e discreta sostenuta da una buona acidità. Buona la corrispondenza al palato e la persistenza. E’ un principe di eleganza. Raffinato, delicato, ma di personalità.
Prezzo: 20 €

Puligny Montrachet “Les Folatieres” Premier Cru 1999, Domaine Jean Chartron.
Un classico. Uno Chardonnay che ricalca lo stile dei migliori Puligny Montrachet. Giallo paglierino, naso che necessita di alcuni minuti per aprirsi a dovere (complice anche l’età della bottiglia). Aromi di sottobosco, florealità non dominante, sapidità al palato e vaghi sentori eterei. Persistenza degna di nota. Il compagno ideale per piatti di pesce elaborati ed intensi.
Prezzo: 80 €

Pioneer Block 2 2006, Saint Clair – Marlborough.
Il Sauvignon moderno di scuola neozelandese. Moderno ma buono. Dal caprifoglio al biancospino, tiglio e gelsomino: un vero e proprio mazzolino di fiori, con sentori di macchia mediterranea e sfumate note agrumate. Palato caratterizzato da frutti tropicali e frutto della passione. Inesistente, o quasi, il bosso. Ha una discreta acidità ed una mineralità appena percepibile.
Prezzo: 25 €

Chablis Grand Cru “Les Preuses” 2004, Domaine Servin.
L’altro Chardonnay. Prevalenza di mineralità e sapidità. Già al naso stupisce la sua mineralità quasi scorbutica, che sovrasta e riduce ai minimi termini la componente floreale del bouquet. Il palato conferma e sottolinea: note agrumate, florealità repressa, mineralità in primo piano.
Prezzo: 40 €

Rampone 2009, Fiano Minutolo, I Pàstini.
E’ il Gewurztraminer di Puglia. Quasi estinto, recuperato da vecchi vigneti in Valle d'Itria a partire dal 2000, in Campania veniva chiamato anche “Greco aromatico” o “Greco bianco”. Ha uno splendido corredo aromatico, un naso affascinante ed avvolgente, che spazia dal biancospino alla zagara, dalla frutta a polpa bianca alla buccia d’arancia. Il palato è sostenuto da una buona acidità e da chiari sentori minerali che fanno da “struttura portante” agli aromi floreali ed agrumati.
Prezzo: 12 €

Micòl 2009, Fausta Mansio.
Bianco secco da Moscato a bacca bianca, quello del Moscato di Noto per intenderci (la “muscatedda” come la chiamano in zona). Un altro “aromatico” degno di menzione con uno strepitoso rapporto qualità/prezzo.
Prezzo: 10 €

Questa è solo una selezione personale, che lascia fuori grandi realtà e piccoli produttori “veraci”, come Angiolino Maule, per fare un esempio, la cui garganega è un monumento al territorio veronese, o come la talentuosa Arianna Occhipinti. Ma avevo solo dieci caselle da riempire, spero di essere perdonato. Inoltre le degustazioni hanno sempre una intrinseca componente soggettiva, legata al gusto personale.
Un ricordo particolare per Didier Daguenau, brillante “vigneron” di Saint Andelain, morto nel 2008, che ci lascia orfani di una grande cultura enologica unita ad un profondo amore per le sue vigne.
Infine una notazione. I primi cinque vini sono tutti biodinamici o naturali, a fermentazione spontanea senza uso di lieviti selezionati. Sono vini che rasentano la perfezione organolettica. Hanno delle note caratteristiche distintive, un corredo aromatico e di mineralità, che solo un vino naturale, espressione del territorio, può avere. Da segnalare anche il Micòl di Fausta Mansio, prodotto da agricoltura biologica.