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Il prodotto

Il raccolto 2020 per il pomodoro siccagno. La coop Rinascita lo spiega come fosse un vino

22 Ottobre 2020
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di Giorgia Tabbita

Un’annata al di sopra delle aspettative, quella del 2020, per il Pomodoro Siccagno di Valledolmo, presentata e “degustata” da Vincenzo Pisa, presidente della Cooperativa Rinascita di Valledolmo e da Antonio D’Agostino.

“Il raccolto 2020 presenta un pomodoro con più concentrazione di licopene e di zuccheri – ha spiegato Pisa – Un frutto sano, colore rosso tipico intenso, odore di pomodoro fresco, non acidulo, sapore tipico ed omogeneo. Altamente dolce e di ottima persistenza”. La resa in campo, infatti, è stata superiore alla media di circa 100 quintali per ettaro, con un raccolto complessivo pari a circa 7 quintali. Il Pomodoro Siccagno, così chiamato per la sua particolare coltivazione all’asciutto, ovvero in assenza di acqua, è noto per il suo basso apporto calorico ricco di sostanze antiossidanti come il licopene, il beta carotene (vitamina A) e la vitamina C. Diverse le tipologie di pomodoro che si possono coltivare col metodo Siccagno. “In primo luogo coltiviamo il locale Pizzutello, ma si prestano anche il Supermatch, il Brigade, il Missouri, il Frassino, che è un datterino molto resistente all’aridocultura e alle malattie fungine – dice Pisa – Le piantine di pomodoro vengono trapiantate tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio e in questa fase, ricevono circa 300 grammi di acqua, per favorire l’attecchimento delle stesse. Dopo circa 15 giorni si richiede una zappatura del terreno, seguono le fasi di rincalzatura, per evitare la traspirazione del terreno. La pianta, coltivata in asciutto, matura in maniera scalare, quindi anche il raccolto, a mano, avviene in maniera scalare. Il terreno sta a riposo fino al successivo periodo di aprile – maggio. Una volta raccolto viene trasportato all’impianto di trasformazione e lavorato entro le 24 ore dalla raccolta”.

Pomodoro destinato a migliorare le nostre pizze, ottimo come passata e strepitoso come “capuliato”, il Siccagno di Valledolmo viene acquistato dai conferitori al costo di 30 centesimi al chilogrammo, 40 se in biologico e, ad oggi, viene distribuito nelle catene del Nord Italia, in Francia e Germania, oltre che a livello regionale. “Siamo dell’idea che per una pizza di qualità bisogna utilizzare prodotti di qualità – hanno affermato dalla nota pizzeria Cagliostro – Noi abbiamo intestato una pizza al Pomodoro Siccagno, Rossa Da Amare, che non contiene neanche mozzarella proprio per dare importanza al pomodoro”. Della stessa idea è la Pizzeria Tredicisette. “Usare un prodotto della nostra terra ha un valore in più. Noi pizzaioli siamo andati in azienda a vedere il processo che vi è dietro, ed è un prodotto d’eccellenza a tutti gli effetti”. Ma si può vivere tornando a coltivare pomodoro? “Sì, – aggiunge Pisa – e siamo molto contenti di vedere ad oggi un grande coinvolgimento da parte dei giovani. Neolaureati in economia, così come in agraria, si rivedono nell’identità di questo prodotto e del suo territorio, che in questo caso è Valledolmo”.