Guida Slow Wine 2016, le chiocciole della Basilicata e della Calabria

02 Ottobre 2015

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(Vigneti nella zona del Vulture)

Basilicata e Calabria. Due Regioni che vogliono stupire nel mondo del vino. E le chiocciole assegnate dalla guida slow wine 2016 a queste due regioni, dimostrano che qualcosa si sta muovendo.

Basilicata è come dire Aglianico, il vitigno che da solo copre la metà della produzione mentre il rosso rappresenta l’80 per cento. Una predisposizione produttiva che dopo la crisi della fillossera non è mai più stata ribaltata perché in quel periodo il Vulture, dove la malattia non era ancora arrivata, negli anni ‘20 fu uno dei grandi serbatoi di vino per l’Italia e la Francia stessa. Fu in quel periodo che dall’autoconsumo si passò alla commercializzazione in grande stile e non a caso in quel decennio nacquero le cantine storiche che ancora oggi sono in attività. Oggi, però, il mercato interno non riesce ad assorbire la produzione e la maggioranza delle cantine non è ancora ben organizzata per l’export. La qualità de vini, però, migliora anno dopo anno.

In Calabria c’è il maggior numero di vitigni autoctoni, quella delle perfette condizioni pedoclimatiche, ma anche la regione che non riesce a esprime il suo potenziale, che non sembra in grado di fare sistema. Le cose per fortuna stanno cambiando. Adesso è il momento di una nuova generazione di vigneron che si incontrano, fanno rete, si scambiano consigli seduti intorno a un tavolo, si incontrano alle fiere di tutta Italia. E sono felici di farlo.

Ed ecco le chiocciole assegnate alla Basilicata ed alla Calabria

VINO SLOW BASILICATA