Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La guida

“Non si parli di Made in Sicily ma di Born in Sicily”

16 Dicembre 2012
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Dario Cartabellotta nel suo intervento alla presentazione della guida

C'erano i produttori, gli enologi, i manager del vino venuti da ogni parte dell'Isola alla presentazione della  guida ai vini di Sicilia 2013, giunta alla sua sesta edizione.

L'hanno presentata i curatori Fabrizio Carrera e Gianni Giardina alla presenza dell'assessore all'Agricoltura Dario Cartabellotta, di Antonio Rallo presidente di Assovini Sicilia, di Giovanni Pepi condirettore del Giornale di Sicilia e di Marcello Caruso commissario straordinario dell'Istituto Regionale Vini e Olii di Sicilia.

Quella che si è tenuta a Castello Utveggio di Palermo non è stata solo l'occasione per celebrare le 149 cantine recensite nella pubblicazione e i loro autori ma anche un modo per riflettere sul mondo del vino siciliano tra meriti e prospettive. Cartabellotta al dibattito ha lanciato l'idea del Born in Sicily, come ulteriore e più forte garanzia della qualità Made in Sicily, di cui il vino incarnerebbe in toto il senso. “Il vino è il paradigma dello sviluppo – esordisce Cartabellotta – .Chi pensa che in Sicilia non ce la si può fare le cantine dimostrano che invece si può riuscire. Più di tutti gli altri comparti dell'agroalimentare quello del vino è ruscito ad emergere e perfettamente si fa portavoce della politica del Born in Sicily, cioè ciò che nasce, si sviluppa e si produce sull'Isola. Nei mercati internazionali questo marchio rappresenta l'orgolio con cui diciamo “io sono nato in Sicilia”. Senza questa ottica come si può parlare di lotta alla contraffazione? – e a tal proposito aggiunge -. Oggi si parla tanto di diversità e come ha assicurato il ministro Catania la nuova Pac intende sostenere la diversità. La Sicilia è una e ce ne sono tante, basta crederci alla nostra identità. Ricordo che quando ancora nel resto del mondo gli uomini andavano a caccia o stavano nei campi sull'Isola nasceva una scuola di gastronomia. Ci siamo sempre distinti per eccellenza. E il mondo del vino si è voluto assoggettare alle regole per potere parlare di qualità. Il modello che rappresenta è quello migliore con cui affrontare i mercati fuori”.

Per il condirettore del Giornale di Sicilia Pepi questo modello non solo è parte fondante dell'economia regionale ma è anche il migliore esempio su come si stia affrontando il periodo di crisi non ancora finito. “Sappiamo che nel prossimo anno le cose peggioreranno, è previsto un arretramento delle regioni del sud ulteriore ma se si introducesse un modello che ha nell'imprenditoria privata il suo motore centrale si potrebbe resistere. E il sistema vinicolo rappresenta questo modello, ci fa capire che si può realizzare uno sviluppo con schemi diversi da quelli che ci si è illusi potessero funzionare”.


Un sistema che ha capito ultimamente come il fare sistema possa essere un punto di forza a vantaggio di tutti e della qualità del prodotto vino/Sicilia. Lo conferma Antonio Rallo: “Siamo riusciti a fare sistema e a creare qualcosa di unico con la Doc Sicilia. Poi ci sono i  dati positivi che arrivano dalle cooperative, il vino è stato venduto a prezzi più alti questo significa più remunerazione per gli agricoltori. E si è fatto un grande lavoro per quanto riguarda la qualità, e si deve ringraziare l'Irvos per i controlli che applicano sulle denominazioni e le indicazioni geografiche, sulla tracciabilità. Un esempio di come istituzioni e privato collaborino. In una terra che non ha una solida economia siamo riusciti a fare qualcosa di buono”. E sulla Doc Sicilia interviene anche Caruso: “Un occasione da sfruttare per fare viaggiare il vino siciliano nel mondo globalizzato, ed è una grande garanzia per il consumatore che invece viene fuorviato da un'offerta che arriva da ogni parte del mondo. Come Istituto siamo onorati di sostenere uno dei pochi segmenti che non ha i bilanci in rosso”.

Dopo la presentazione gli ospiti della cerimonia hanno potuto degustare i vini a cinque stelle, cinquanta etichette dai  bianchi ai rossi, dai dolci alle bollicine, una maxidegustazione di alto livello che ha mostrato, terroir dopo terroir, un comparto in continua corsa con la costante del miglioramento.

E siccome il vino non è mai slegato al territorio in cui nasce, ad accompagnarli alcune specialità, prodotti tipici e prelibatezze del Made in Sicily rappresentati da Campisi, Delicious Cafè, Premiati Oleifici Barbera, Consorzio di Tutela Pecorino Dop e di tutela della Vastedda del Belìce; Azienda Agricola Casalgismondo, acqua Geraci, Morettino.

C.d.G.