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L'intervento

“Assurdo svendere così il cioccolato di Modica. Si vanifica tutto il lavoro di Franco Ruta”

22 Febbraio 2016
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Nicola Fiasconaro, maestro pasticcere di Castelbuono, in provincia di Palermo parla del prodotto modicano e della polemica nata dalla vendita a basso costo nei supermercati: “Il problema principale? Manca un leader nel Consorzio”


(Nicola Fiasconaro con parte del suo staff)

di Clara Minissale

Lui lo ha scelto come materia prima d’eccellenza per alcuni dei suoi lievitati. Ma non solo. Ci ha fatto anche una chitarra, una perfetta riproduzione della Fender che Bruce Springsteen suonava negli anni ‘70 e ‘80, che poi ha consegnato al Boss in persona. 

Nicola Fiasconaro, responsabile del settore produttivo dell’omonima azienda di Castelbuono, in provincia di Palermo, per questo regalo illustre ha voluto il miglior cioccolato siciliano, quello di Modica “perché – dice – ci tengo che la Sicilia, quanto meno nell’alimentazione, settore in cui abbiamo un indiscutibile primato, mantenga alta la qualità”. Ecco perché non ci sta a vedere svenduto proprio quello stesso cioccolato. “Come pasticcere mi sono molto arrabbiato per la storia della vendita sottocosto al supermercato – spiega –. Non è questa, a mio avviso, la giusta politica per promuovere il prodotto, per avere visibilità”. E oggi, all’indomani della scomparsa di Franco Ruta della pasticceria Bonajuto, padre del cioccolato di Modica e artefice del suo successo nel mondo, “un visionario che ha avuto un intuito incredibile”, dice Fiasconaro, questa faccenda assume un peso ancora maggiore “e, per certi versi, ancora più insostenibile”. “Ruta – dice il pasticcere di Castelbuono – ha lavorato tutta la vita per portare il cioccolato di Modica ad un altissimo livello e quando si porta avanti un patrimonio così è necessario disciplinare il settore. Come io sogno di disciplinare la realizzazione di frutta martorana, cannoli e cassate, così Ruta sognava di disciplinare la creazione del cioccolato modicano: non si può permettere a chiunque di produrlo”.


(La Fender realizzata con il cioccolato di Modica e consegnata a Bruce Springsteen)

La critica, neanche tanto velata, è all’operato del Consorzio di tutela del cioccolato di Modica che, secondo il pasticcere castelbuonese, sarebbe “responsabile di una politica di vendita scellerata che rischia di fare con questo prodotto di eccellenza che il mondo ci invidia quello che anni fa successe col Nero d’Avola, svenduto a prezzi irrisori”. A mancare all’interno del Consorzio, secondo Fiasconaro, “sarebbe una figura chiave, quella di un uomo di marketing che sappia valutare cosa è meglio per le aziende produttrici e per l’intero territorio, tenendo presente che se vuoi fare eccellenza non hai bisogno della grande distribuzione organizzata”. E se lo dice lui che, con i suoi fratelli Fausto e Martino, è a capo di un piccolo impero dolciario che lo scorso anno ha fatturato 13 milioni di euro, c’è da credergli.

“La mia vuole essere una critica costruttiva – tiene a precisare – fatta da un pasticcere che ama il cioccolato e la Sicilia e che ha in mente, nel giro di un paio d’anni, di sostituire tutto quello che utilizziamo nelle nostre lavorazioni con quello di Modica. Ma questa scelta deve avere un senso e di fronte a politiche del Consorzio come quelle messe in atto ultimamente, temo che possa essere controproducente. Insomma qua rischiamo tutti e lo dimostra anche il fatto che i veri cioccolatieri di Modica, quelli storici, hanno da tempo abbandonato il Consorzio perché non ne condividono il modo di operare. La mia è chiaramente una provocazione – sostiene – che spero porti tutti i pasticceri siciliani a fare squadra per difendere il nostro buon cioccolato”.  E, in omaggio a Franco Ruta, annuncia che a maggio presenterà a Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione che si terrà a Parma, l’Oro di Modica, una ganache fatta con cioccolato modicano della pasticceria Bonajuto: “Porteremo avanti la sua politica imprenditoriale – conclude – perché il nostro auspicio è che la leggenda di Modica continui ma se non si rema tutti nella stessa direzione, non si va da nessuna parte”.