Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervento

“Burocrazia, rete debole tra enti e comunità, assenza di infrastrutture, l’economia del buono, pulito e giusto rischia di non decollare”

07 Agosto 2013
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Riceviamo e pubblichiamo.

È passato poco più di un anno dalla mia elezione a Fiduciario Slow Food di Palermo e  volevo porgervi delle mie riflessioni maturate in  questa esperienza.
 
Ho sperimentato, con grande piacere, il grande prestigio del Marchio Slow Food : riceviamo molte richieste per la partecipazione  a convegni, dibattiti, manifestazioni  ma poche persone richiedono di partecipare attivamente alle nostre iniziative. Non sono sicuramente i pochi euro della tessera annuale a scoraggiare tutti coloro che, a vario titolo, possono donare una piccola parte del proprio tempo libero per portare avanti dei princìpi così largamente condivisi : più verosimilmente ognuno pensa che “c'è già chi se ne occupa” senza poi riflettere sul fatto che “se ognuno fa qualcosa tutto cambierà” (Padre Pino Puglisi).
 
Dicevo di tanti convegni, tavole rotonde, moltissime idee, progetti che si toccano quasi con mano  per lo sviluppo della nostra splendida terra….ma poi? Tutto si svolge con una lentezza estenuante, tra lacci e lacciuoli burocratici, spesso dovuti ad una legislazione miope impostaci da Paesi che nulla hanno a che spartire con le nostre realtà.
 
Ho avuto modo di seguire “da osservatore” i nostri Assessori, le idee di rilancio dei prodotti “Born in Sicily” e a marchio “De. Co”: sono importantissime , lungimiranti e fonte di sviluppo per l'intera economia regionale, ma devono essere supportati da un'azione “corale” sinergica tra tutti, assessorati, enti locali, comuni, comunità etc.
 
Non possiamo valorizzare i nostri prodotti di qualità, spesso vere eccellenze, se poi i consumatori non hanno la possibilità di trovare quegli stessi prodotti adeguatamente protetti da un marchio unico, facilmente identificabile che ne attesti provenienza, genuinità e freschezza.  Tale marchio dovrebbe essere rilasciato solo ai produttori che volontariamente si sottopongano a verifiche da parte delle autorità competenti.
 
Altro aspetto non marginale: far conoscere i nostri prodotti di qualità, in un mondo in cui tutto è omologato. I sapori “diversi”, quelli buoni, quelli dei nostri avi si stanno irrimediabilmente perdendo.  Colpa di leggi troppo “rigido/igieniche”, di una richiesta che non tiene più conto di stagionalità e della rotazione delle colture, di un'economia che guarda esclusivamente agli utili, considerando scarsamente i diritti  di chi produce e di chi acquista.
 
Probabilmente ciascuno di noi non riesce ad operare scelte di qualità, influenzato da numerose abili pressioni. Stiamo perdendo una grandissima arma: scegliere. Se lasciassimo sugli scaffali tanti prodotti scadenti, omologati, insapore ed inodore, sicuramente sarebbe una grande rivoluzione, ma se non riabituiamo i nostri sensi al gusto, come si fa a scegliere il buono? Questo è un punto cruciale per il quale la scuola dovrebbe prevedere delle ore dedicate, con giusta sinergia tra Assessorato alle politiche Agricole e Assessorato all'istruzione. Qualcosa in tal senso si sta creando tra Salute e Agricoltura, ma il processo è ancora troppo lento e legato più alla disponibilità dei singoli più che ad un' azione corale.
 
Per non parlare poi degli storici problemi siciliani: strade, aeroporti, piattaforme di smistamento, centri per la produzione e confezionamento e chi più ne ha più ne metta. Faccio solo un esempio eclatante: il succo di mandarino fresco, prodotto di qualità eccezionale, deve essere confezionato a Modena con  durata  di massimo 15 giorni, quindi antieconomico.
 
Ed ancora il turismo: quante risorse non utilizzate, quante possibilità non sfruttate adeguatamente guardando al futuro dei nostri ragazzi. Pensate soltanto ai tour proposti in  Paesi con scarso patrimonio artistico ( noi ne abbiamo uno eccezionale ) inseriti in un percorso enogastronomico di qualità.
 
Sono tutte idee largamente dibattute ed approvate in tante manifestazioni: non servono neanche tantissimi soldi per iniziare, ma allora cosa aspettiamo? Siamo schiacciati dalla burocrazia anche se l'impegno oggi sembra esserci. Sarebbe necessaria una regia unica, al fine che tutto si svolga velocemente e con massima trasparenza? 
 
Abbiamo tante idee, gli uomini ci sono, i nostri tanti giovani appassionati del “buono, pulito e giusto” attendono i fatti.

Grazie

Mario Indovina
Fiduciario Slow Food 
Condotta di Palermo
marioindovina@hotmail.it