Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Lo studio

Lo Yoga per un raccolto migliore: lo studio arriva dall’India

21 Ottobre 2015
agricoltura_yogica agricoltura_yogica

di Lorella Di Giovanni

Lo Yoga, disciplina millenaria che coinvolge corpo, postura, respiro e spiritualità, conducendo la persona verso l’unità e l’armonia, entra a far parte delle pratiche colturali “dell’Agricoltura Yogica”:  la recitazione di mantra e la meditazione applicata all’agricoltura biologica infatti, sembrano avere aumentato la qualità dei raccolti e portato la felicità fra gli agricoltori in sette Stati dell’India.

Secondo i primi risultati di uno studio ancora in corso condotto dall’Università di Srinagar in India, pare che il pensiero possa influire sulla materia. Nello specifico la ricerca, della durata di cinque anni, vuole verificare se e quanto la meditazione possa influenzare la coltivazione organica. Dalle prime sperimentazioni risulta che nei terreni in cui si pratica la meditazione (yoga della mente) sia stata rilevata una riduzione significativa dell’incidenza di attacchi parassitari e una percentuale di germinazione più alta del 20% rispetto ai campi in cui tale metodo non viene impiegato. Inoltre si è registrato un aumento dei micronutrienti e dell’attività microbiologica del terreno. Le analisi comparative su frutta e verdura, pubblicate dal Dipartimento dell’Agricoltura di Pantnagar, hanno inoltre evidenziato un aumento qualitativo e dei valori nutrizionali a favore dei prodotti dell’agricoltura yogica.

Questa pratica agricola “meditativa” nasce a Kolhapur, a trecento chilometri da Bombay, in uno dei centri di raja yoga della Brahma Kumaris World Spiritual University, quando Manisha, che usa meditare tra le piante del suo giardino, consiglia a una coppia di amici agricoltori di fare yoga nei loro campi messi a coltura. Alcuni mesi più tardi, prima di impiegare l’insetticida sulla canna da zucchero, la coppia di amici di Manisha decide di recarsi nel campo con un gruppo di yogi per meditare. Quell’anno, i due agricoltori fanno un buon raccolto inatteso e insperato.
Grazie a questa esperienza, da alcuni anni, proprio la Brahama Kumaris, insieme a un gruppo di agronomi che pratica la meditazione, è impegnata nella definizione dei principi dell’agricoltura yogica, con l’obiettivo di promuovere tra le popolazioni rurali le pratiche dell’agricoltura biologica, liberando così gli agricoltori dalla loro dipendenza dall’uso di pesticidi e dall’impiego di sementi geneticamente modificate.
Oggi, infatti, sono numerosi gli agricoltori che in India hanno scelto, in via sperimentale, di integrare la coltivazione biologica con l’antica disciplina basata sul potere della mente per trasmettere energia e benessere alle piante coltivate. Seguendo i principi dell’agricoltura yogica sostenibile molti di loro, infatti, affermano di aver ridotto i costi di produzione e migliorato la qualità dei raccolti.

“Sono stato in India fra i contadini yogi, e il loro concetto di agricoltura mi è piaciuto molto”: questo è quanto scrive Piero Senatore Musini, fondatore dell’azienda agricola Kebio sul suo sito web in cui spiega i motivi per i quali ha scelto di praticare lo yoga con la natura.  “Pratico il raja yoga perché voglio avere una mente chiara e un corpo in buona salute, e ciò non può prescindere dal seguire un’alimentazione sana e sicura. Come gli agricoltori yogi, partecipo alle meditazioni collettive sulle sementi, ho messo delle bandiere ai quattro angoli dei campi e quando faccio un giro, medito, sul posto, e ciò rafforza il mio pensiero: non riesco, infatti, a concepire un modo di coltivare diverso dall’essere in sintonia con la Terra, comprendendo le sue potenzialità e aiutandola a esprimersi in forma di prodotti agricoli che siano buoni, salutari e non contaminati da nessuna forma chimica o transgenica”.

Sempre su Kebio.it si legge che “coltivare con un metodo non solo biologico ma anche attraverso un processo di auto-consapevolezza, può aiutare gli elementi a prendere energia dalla Fonte Universale di energia e questo, essendo un processo consapevole, porta una serie di benefici che rende quel prodotto molto speciale sia nel gusto ma anche e soprattutto a livello energetico. In hindi questo processo si chiama yoga e cioè connessione”.
Di questi temi si è parlato anche nell’ambito del Workshop Green “Una transizione green vuole un nuovo mindset”, organizzato presso lo Spazio Educafé del Politecnico di Milano lo scorso 24 settembre.

Il Workshop è stato l’occasione per presentare il progetto di ricerca “Agricoltura yogica sostenibile”, valutato come Buona Pratica sulla sicurezza alimentare dalla Giuria internazionale del Bando Best Sustainable Development Pratices di Expo Milano 2015, nell’ambito del Programma Feeding Knowledge. Con questo Bando internazionale si è voluto identificare, raccogliere, diffondere e favorire il trasferimento di Buone Pratiche sulla Sicurezza Alimentare (Bsdp), collegando le ricerche ai temi dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Nell’articolato e complesso processo di definizione di stili di vita, di produzione e di consumo che siano al contempo sostenibili per l’ambiente, per la società e per l’economia; l’agricoltura yogica, ancora poco conosciuta, sembra dunque farsi strada tra principi, concetti e pratiche della più nota agricoltura biologica e biodinamica.