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Il premio

Davide Dargenio miglior sommelier d’Italia Aspi, Marco Passerelli miglior assaggiatore Onav

16 Ottobre 2018
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La finalissima unica per la prima volta a Milano


(Davide Dergenio riceve il premio da Giuseppe Vaccarini)

di Michele Pizzillo

Il miglior sommelier d’Italia Aspi (Associazione sommellerie professionale italiana) è Davide Dargenio; il miglior assaggiatore Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vini), invece, è Marco Passarelli. 

Questi i risultati del concorso che le due associazioni hanno promosso e gestito insieme per esaltare la figura del sommelier in parallelo con quello dell’assaggiatore che, a differenza del primo, generalmente non è un professionista della ristorazione. La finale se la sono giocati 12 sommelier e 5 assaggiatori, ovviamente, giudicati da giurie diverse. Presieduta da Giuseppe Vaccarini (che quest’anno festeggia i 40 anni del premio di miglior sommelier del mondo conquistato a Estoril, in Portogallo) quella dei sommelier e composta dai presidenti delle associazioni di sommellerie europee, dai vincitori delle scorse edizioni del concorso e dai giornalisti del settore, con la partecipazione di Jean Pallanca, former president e presidente onorario dell’Associazione dei Sommelier di Monaco, e di Franko Lukez, Presidente dei Sommelier di Croazia, in rappresentanza dell’Asi (associazione sommelier internazionali).  A valutare gli assaggiatori finalisti, invece, Vito Intini, con la vice presidente Teresa Bordin, il presidente onorario Lorenzo Marinello, il direttore generale Francesco Iacono il presidente del comitato scientifico Onav Vincenzo Gerbi. Quindi, giurati molto esperti, anche perché il format che hanno studiato i leader delle due associazioni, Vaccarini e Intini, ha sempre il vino al centro di tutto. E, infatti, le finalità di questi premi sono proiettate proprio alla valorizzazione del vino di qualità. 

Già i finalisti e poi le scelte dei vincitori sono state veramente ponderate. Infatti, Davide Dargenio, 28 anni, ha studiato come tecnico dei servizi della ristorazione all’Istituto Carlo Porta di Milano. Ha lunga esperienza in ristoranti stellati, tra cui “The Fat Duck” a Bray, in Inghilterra, il 2 stelle Le Manoir Aux Quat Saisons a Oxford, l’altro due stelle “L'Oustau de Baumanière a Les Baux-de-Provence” in Francia, Les Gorges de Pennafort, 1 stella, a Callas in Provenza e Verbier, 1 stella, in Svizzera. È stato Chef Sommelier del ristorante Le 45 di Montreux ed è oggi Chef Sommelier e formatore al Le Berceau des Sens ristorante d'applicazione dell'E.H.L, la prima e più antica struttura di management alberghiero del mondo a Losanna, in Svizzera.

Nelle semifinali, Dargenio si è distinto tra i 12 sommelier professionisti candidati al titolo, accedendo alle finali con Salvatore Castano, nato 28 anni fa a Taormina, capo sommelier del ristorante Mash a Londra  e Paolo Saccone, milanese di 33 anni che ha sempre lavorato all’estero tant’è che attualmente è group sommelier del Dedes Group di Sidney. I candidati hanno testato le loro competenze con prove classiche e a sorpresa, dal servizio all’abbinamento cibo/vino/bevande alla degustazione alla cieca di tre vini con descrizione in lingua straniera. Prove ideate da Aspi per testare la preparazione dei candidati e scegliere il migliore. Alla fine, dopo che la brava, simpatica e sempre sorridente Francesca Barberini di Alice tv ha fatto il nome del vincitore, Vaccarini ha commentato che “Davide Dargenio ha dimostrato di meritarsi il titolo di Miglior Sommelier d’Italia 2018, avendo superato le prove con straordinaria capacità e preparazione, riempendoci d’orgoglio per la professionalità con cui opera in questo campo. E complimenti anche a tutti gli altri 11 semifinalisti, la cui competenza fa onore al mondo della sommellerie professionale”. 


(I finalisti, Salvatore Castano, Davide Dargenio, Paolo Saccone)

Invece il Miglior Assaggiatore, Marco Passarelli che appartiene all’Onav Milano, è stato protagonista di una prova pressoché perfetta, rispondendo alle 10 domande teoriche e riconosciuto nei dettagli 6 vini scelti fra le eccellenze della enologia italiana, superando così Micaela Stipa e Sebastiano Spina. Nel consegnargli il riconoscimento, il presidente Intini ha detto: “Sono contento di constatare che anche quest’anno il vincitore, i partecipanti al concorso e tutti i nostri soci hanno seguito la prova condividendone lo spirito conviviale: un’occasione per stare insieme e confrontarsi, una prova più contro se stessi per testare le proprie capacità, che contro gli altri. Abbiamo voluto condividere questa bella iniziativa con Aspi, perché le nostre due associazioni continuano la loro intesa verso una collaborazione sempre più sinergica e duratura nel mondo del vino”.

In programma anche un terzo riconoscimento, il “Premio Fondazione Birra Moretti per la valorizzazione della birra a tavola”, che è andato al 23enne  Francesco Cosci, di Monsigliolo in provincia di Arezzo, sommelier presso Les Climats di Parigi (che ha una carta dei vini di 2.200 referenze unicamente di Borgogna), per aver mostrato una conoscenza molto approfondita della birra e la capacità di servirla e abbinarla in modo perfetto. Tanto che Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti, ha commentato: “La figura del sommelier è il tramite ideale per trasmettere la cultura della birra attraverso la ristorazione ai clienti, che possono affinare il loro ‘gusto birra’, guidati verso scelte più informate e quindi migliori, nel segno di un consumo di birra legato alla qualità e al piacere della tavola”.

Come si dice, la storia non finisci qui. Perché Aspi ha annunciato la nascita del “Club dei Migliori Sommelier Aspi”, una novità assoluta pensata per affermare la vera identità dei Migliori Sommelier professionisti mediante la partecipazione degli stessi ad eventi legati al mondo del vino e della comunicazione. Il Club, infatti, sarà composto dai Sommelier iscritti ad Aspi che hanno vinto titoli nazionali e/o internazionali. “Ci impegniamo ogni giorno perché il mondo della sommellerie professionale sia riconosciuto e valorizzato – sottolinea Vaccarini -. Per questo abbiamo deciso di dare vita al “Club dei migliori sommelier”: per renderlo sempre più contemporaneo e capace di rispondere alle esigenze al mondo dell’enogastronomia sempre in evoluzione”.