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Il prodotto

Berlucchi presenta la Cuvée Riserva Jre n°4: ma sarà solo per i Jeunes Restaurateurs

02 Dicembre 2017
Cristina_Ziliani_e_Daniel_Canzian Cristina_Ziliani_e_Daniel_Canzian


(Cristina Ziliani e Daniel Canzian)

di Michele Pizzillo, Milano

Ha solo un difetto la Cuvée Berlucchi Riserva Jre N° 4 Franciacorta 2008: la produzione limitata – 5.000 bottiglie – è tutta destinata ai ristoratori dell’Associazione Jeunes Restaurateurs. 

Così, per pasteggiare con questo ottimo vino, bisogna andare in un locale associato Jre. Cioè, ristoranti che alla qualità dei piatti e alla piacevolezza dell’accoglienza, devono aggiungere la giovane età dello chef. Insomma, un’associazione molto valida per la crescita qualitativa della ristorazione e per l’immagine che questi giovani chef proiettano in tutto il mondo. Per questo Arturo e Cristina, eredi di Franco Ziliani, creatore del Franciacorta, da quattro anni a questa parte creano una riserva solo per gli associati Jre. Una sorta di abito su misura. E i ristoratori o meglio i sommelier di Jre hanno un ruolo da protagonista nell’individuare il vino che risponde alle loro esigenze. Tant’è vero che la scorsa primavera,  a Palazzo Lana Berlucchi, sede dell’azienda Guido Berlucchi a Borgonato di Corte Franca, un gruppo di sommelier Jre ha degustato con lo chef stellato Luca Marchini, presidente dell’Associazione, e Arturo Ziliani, enologo e amministratore delegato di Berlucchi, nove differenti riserve per poi scegliere quella più affine al loro palato esperto e ai piatti creativi dei loro ristoranti.


(La cuvée Jre n°4)

La Cuvée “su misura” è un Franciacorta Riserva da uve Chardonnay (58%) e Pinot Nero (42%) della vendemmia 2008 provenienti da vigneti di proprietà Berlucchi, a Borgonato. I vini base sono stati affinati sia in acciaio che in barrique, con parziale malolattica, per conferire consistenza e rotondità. Dopo un riposo di 96 mesi sui lieviti, al dégorgement è stata aggiunta una moderata quantità di sciroppo di dosaggio, 4 grammi per litro, in modo da enfatizzare la personalità genuina e vibrante del vino. Che alla degustazione si presenta con un bel colore giallo paglierino con riflessi ramati, una spuma cremosa e persistente con un perlage sottile, bouquet elegante, intenso e fragrante con sentori di fiori d’arancio e di frutta a pasta gialla; al palato è elegante, intenso, con la sapidità e mineralità del Pinot nero che si amalgamano con la rotondità e la polposità dello Chardonnay. Insomma, un grande vino che perpetua l’intuizione di Ziliani e Guido Berlucchi che 50 anni fa dimostrarono che la Franciacorta non aveva niente da invidiare alla Champagne.


(Luca Marchini)

Così, quasi auto-complimentandosi, alla presentazione milanese del vino, Marchini ha detto che “Cuvée Jre N° 4 rappresenta la massima espressione della capacità di chi fa vino e di chi lo presenta. Siamo felici che il rapporto con Berlucchi si stia sempre più consolidando: questa non è solo partnership, ma un vero e proprio progetto arrivato oggi al quarto atto. Un plauso ai sommelier Jre, perché è molto difficile valutare l’evoluzione nel medio termine di Riserve Franciacorta appena dégorgiate: loro invece hanno dato una grande prova, è un piacere confrontarsi con palati tanto sensibili”. Prodotta solo in cinquemila bottiglie, Cuvée Jre N° 4 è disponibile in esclusiva presso i ristoranti dell’Associazione. Il debutto della splendida riserva di Berlucchi, però, è avvenuto a Milano (che secondo Cristina Ziliani, per la Franciacorta è come Parigi per lo Champagne), nel ristorante di Daniel Canzian che ha proposto piatti che quasi sollecitassero il matrimonio con la quarta Cuvée creata da Berlucchi per i giovani chef Jre, come cannoli di polenta, baccalà mantecato e yuzu Kosho; pizza soffiata, mele cotte e Foie gras; terrina di maialino in crosta di capelli d’ Angelo, salsa Chermoula; Jovo all’uovo, uova di lavarello in cagnun; scampi, verze e arancia; risotto mantecato al franciacorta, barbabietole e parmigiano; guancetta di vitello all’olio, versione Matisse; e un prodotto appena sfornato, il panettone “omaggio a Milano”. E, in questa occasione abbiamo scoperto che la stessa Cristina ha assaggiato la riserva per la prima volta e, insieme a Marchini, ha sottolineato che è stata un’ottima scelta quella fatta dagli uomini di sala, perché questo vino mi piace molto per l’acidità spiccata e al tempo stesso per la sua morbidezza che lo rende setoso, ideale a tutto pasto”. Insomma, un vino speciale e molto versatile come si è visto nel ristorante di Daniel.