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Il progetto

Salone del Gusto. Lancio del marchio Prodotti di Qualità Puglia. Stefàno: “Prossimi step mercato estero, certificazione della filiera e dei ristoranti”

29 Ottobre 2012
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Roberto Burdese, Dario Stefàno, Niki Vendola, Calin Petrini, Federico Quaranta

da Torino Bianca Mazzinghi

La Puglia è diventata la prima regione italiana a dotarsi di un marchio che certifica la qualità regionale dei prodotti.

Un traguardo difficile da raggiungere, data la diffidenza europea a concedere riconoscimenti che riguardano esclusivamente specifici distretti. Lo sottolinea a Cronache di Gusto l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno, che ieri sera ha presentato entusiasta l’iniziativa al Salone del Gusto di Torino, affiancato dal governatore Nichi Vendola, dal numero uno di Slow Food Carlin Petrini e dal presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese.

“Il marchio ‘Prodotti di qualità Puglia’, già concesso a 280 aziende, è stato pensato principalmente con due scopi, quello di garantire la tracciabilità di vino, olio e altri cibi e certificare una catena produttiva interamente localizzata in regione, e successivamente accompagnare agricoltori e piccoli imprenditori sui mercati internazionali. Una recente indagine, – riferisce Stefàno –  dimostra che almeno il primo obiettivo potrebbe adesso essere facilmente raggiunto: la grande maggioranza degli intervistati (84,3%) si è detta infatti incuriosita e incentivata ad acquistare prodotti con il marchio”.

Gli standard richiesti saranno altissimi e la qualità sarà garantita tramite organismi di controllo riconosciuti dalla Regione. Ma Petrini avverte: “Il concetto di qualità è molto ampio e una regione che decide di certificarlo si assume una grande responsabilità. Vedo un rischio legato anche al succedersi delle amministrazioni. Magari adesso non è così, ma in futuro potrebbero essere privilegiati ‘gli amici degli amici’”. Carlin, col sorriso di chi la sa lunga, per evitare problemi consiglia di concentrarsi sull’origine dei prodotti più che sulla qualità. “Bruxelles – risponde però Stefàno  –  non avrebbe permesso un marchio Prodotti di Puglia”. E, almeno la sua amministrazione, si batterà per far sì che tutto il lavoro svolto finora non venga vanificato da passi falsi.

Parallelamente la Puglia dell’agroalimentare già guarda alle nuove iniziative da portare avanti. Prima tra tutte, premiare con il marchio anche i ristoratori che utilizzano i prodotti certificati. “Inizialmente garantiremo il riconoscimento alle 95 massonerie didattiche della regione ma speriamo di coinvolgere presto anche ristoranti fuori dal nostro territorio”, spiega l’assessore, ringraziato con tono paterno da Vendola “per non avermi deluso”.

La speranza di tutti i presenti, politici locali, membri di Slow Food o agricoltori che siano,  è che prima o poi anche il Paese Italia riesca a far gruppo, istituire una qualche forma di garanzia, protezione e riconoscibilità dei prodotti e imporsi all’estero. “Su queste tematiche la politica dorme – chiude amaro Petrini – ma non bisogna smettere di ricordare che, come diceva un certo Pasolini, un’Italia senza artigiani e agricoltori è un’Italia senza storia”.