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L'incontro

Cinesi in Sicilia: voglia di vino buono e poco costoso

18 Aprile 2011
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Da sinistra Dianxin Men e Sen Liu al mercato del Capo a Palermo

Conoscono l’Italia del vino e vogliono fare affari. Ma guardano con attenzione alla Sicilia e al Sud Italia perché qui il vino è buono e viene venduto a un prezzo concorrenziale

rispetto ad altre aree d’Italia e del mondo. Ma i siciliani lo sanno? La domanda è di Sen Liu, grande importatore di vini italiani a Pechino che si appresta ad aprire qualcosa come cento enoteche sparse per tutto il territorio cinese. E la sua non è una domanda banale. E’ la consapevolezza di stare in un territorio, quello siciliano, dalle grandissime potenzialità. Se ne sono accorti Giacomo d’Alessandro, titolare di un’azienda a pochi passi dalla Valle dei Templi di Agrigento e Daniele Lizza che per questa cantina segue le sorti commerciali e quelle del marketing. Lizza ha portato in giro per la Sicilia con annessa e obbligatoria visita in azienda sia Sen Liu che il suo collaboratore Dianxin Men. I quali sono rimasti letteralmente folgorati dai Templi greci, dalla luce e poi da un giro al mercato del Capo di Palermo dove sono esplosi di felicità per i pomodori secchi. Liu ripeteva senza sosta “good” “good”. Poi parlando di vino hanno chiarito il loro interesse. “La Sicilia ci piace moltissimo perché riesce a coniugare meglio la qualità con il prezzo. E d’Alessandro per noi è ok. Sì, in Cina ci sono i vini francesi ma sono troppo cari per il ceto medio”. Liu conferma che i cinesi ricchi guidano tedesco, vestono italiano e bevono francese ma è convinto che l’Italia del vino può dire molto di più. Con loro si commenta anche la classifica di un noto giornale Usa che ha collocato Hu Jintao, presidente della Cina, come l’uomo più potente del mondo relegando Obama al secondo posto. Liu sorride e commenta: “Credo sia vero perché Obama crede di essere il più potente ma Jintao oggi lo è di più”. Lizza parla di accordi commerciali importanti a un passo dalla firma e ribadisce la politica dell’azienda d’Alessandro. “Siamo sempre più interessati ad organizzare per i nostri importatori questi tour emozionali in Sicilia dove c’è il vino e anche dell’altro in modo da trasmettere con le nostre etichette, sensazioni, territorialità, storia e tradizioni”. Per loro adesso la Cina è più vicina.

F. C.