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La ricerca

Sostanze vietate dall’Ue ritrovate nel 60% dei vini francesi

14 Agosto 2014
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Causano un disequilibrio del sistema endocrino e non solo. 

Gli ftalati sono presenti in molti prodotti di plastica, nei giocattoli o in altri utensili che si usano in casa e per conservare cibo e bevande. Possono essere assorbiti attraverso la pelle o ciò che ingeriamo. Molti di questi composti chimici, pericolosi per la salute, oltre a compromettere il sistema degli ormoni, possono causare obesità e allergie e sono dannosi soprattutto per i bambini.

Purtropo alcune tracce si possono trovare anche nei vini, non in tutti. L'anno scorso l'Organizzazione Internazionale  della Vigna e del Vino ha fatto adottare agli Stati Membri risoluzioni relative al dosaggio degli ftalati, attraverso un metodo per rintracciarli e un test interlaboratorio. Ma non è stato sufficiente ad eliminarli.

Una nuova ricerca, pubblicata la settimana scorsa, nella sezione Food Additives and Contaminants Part A della rivista scientifica del gruppo Taylor and Francis, e condotta da tre ricercatori del Laboratoire Excell, ha scoperto una alta concentrazione di DiBP, il dibutyl, nel 59% dei vini francesi analizzati. Un fltalate che l'Ue ha bandito e che si trovata anche nello smalto per le unghia. E ha rilevato tracce di un altro ftalate che compromette il sistema riproduttivo dell'uomo. Solo il 17% per cento dei vini testati non presentava alcuna traccia di tali composti. Mentre l'11% avevano un alto contenuto dei ftalati ammessi dall'Unione Europea per le plastiche che stanno a contatto con il cibo.

L'analisi non ha trovato tracce solo nel vino, anche nelle bevande a base di uva. Il 25% conteneva il DiBP. Gli ftalati, hanno confermato gli studiosi, provengono principlamente dalla resina che riveste le vasche o da altri materiali che si trovano nelle cantine ad alto contenuto di polimeri.