Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 96 del 15/01/2009

L’INDAGINE La crisi ha fame di spaghetti

15 Gennaio 2009
pasta pasta

L’INDAGINE

La situazione economica non risparmia il cibo. Prezzi alle stelle nel 2008, soprattutto per la pasta. Secondo la Coldiretti 4 italiani su 10 hanno cambiato abitudini alimentari

La crisi ha fame
di spaghetti

Con un occhio alla cronaca e l’altro al portafoglio nel 2008, per effetto degli scandali sul cibo e dell’andamento dei prezzi, quattro italiani su dieci (il 37%) hanno cambiato le abitudini alimentari.

L’analisi è della Coldiretti che commenta i dati Istat relativi all’andamento dell’inflazione a dicembre e sulla base dell’indagine 2008 Coldiretti/Swg su ‘Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione’.
L’anno scorso le famiglie italiane hanno speso – stima la Coldiretti – circa 5 miliardi in più per l’acquisto di prodotti alimentari, ma le quantità portate in tavola sono rimaste pressoché le stesse per effetto dell’aumento dei prezzi non giustificato dall’andamento delle materie prime agricole. “Un caso eclatante – rileva l’organizzazione agricola – è quello della pasta che fa registrare il record dell’ aumento dei prezzi nel 2008 nonostante il prezzo del grano duro sia più che dimezzato, al di sotto dei valori di venti anni fa”.
In media sulla base dei dati Ismea-Ac Nielsen “si è verificato – sottolinea la Coldiretti – un aumento del 3,8% nella spesa per l’acquisto di alimenti mentre sono rimaste pressoché stagnanti le quantità acquistate (+0,3%)”.
“Il cambiamento nei prezzi ha provocato – continua la Coldiretti – variazioni nella composizione della spesa, con più pollo e meno bistecche. In particolare, secondo le rilevazioni Ismea Ac Nielsen relativi ai primi nove mesi del 2008, si sono ridotti i consumi di pane (-2,5%), carne bovina (-0,5%) e formaggi (-0,6%), mentre salgono pollo (+3,2%), maiale e salumi (+2,3%), latte (+1,8%), frutta fresca (+2,8%) e ortaggi (+0,1%).  “La spesa alimentare delle famiglie è pari in media – precisa la Coldiretti – a 466 euro al mese destinati, nell’ordine, principalmente all’acquisto di carne per 107 euro, di frutta e ortaggi per 84 euro, di pane e pasta per 79 euro, di latte, uova e formaggi per 62 euro, di pesce per 42 euro, di zucchero, dolci e caffé per 32 euro, di bevande per 42 euro e di oli e grassi per 18 euro”.
   “Le vendite – continua la Coldiretti – sono calate nei negozi al dettaglio specializzati e sono stabili negli ipermercati, mentre crescono esclusivamente, fatta eccezione per gli hard discount, i mercati rionali, le bancarelle e, soprattutto, gli acquisti diretti dai produttori”. Con un aumento dell’8% nel valore delle vendite che hanno toccato i 2,7 miliardi di euro. Sotto accusa, per il 48% degli interpellati nell’indagine Coldiretti/Swg, sono i ricarichi commerciali e le speculazioni imputabili ai passaggi dal produttore al consumatore. “Per ogni euro speso dai consumatori in alimenti – denuncia la Coldiretti – ben  60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori”.

Elena Mancuso