Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 96 del 15/01/2009

IL PRODOTTO A fil di pane

15 Gennaio 2009
grissini grissini

IL PRODOTTO

I grissini sopravvivono al tempo e ai costumi. Ideati nella seconda metà del Seicento da un fornaio piemontese, furono apprezzati anche da Napoleone. Ancora oggi sono un apri pasto che spopola in tutti i ristoranti italiani

A fil di pane

Ha nutrito per anni l’illusione di dimagrire. Ha poco più di tre secoli ma li porta benissimo, è d’origine piemontese e in un celebre, nonché datato spot, era perfino in grado di “tagliare” un tenero tonno in scatola.

La sua storia è antica. Fu l’intolleranza alla mollica del pane dell’ancora bambino Vittorio Amedeo II duca di Savoia a decretare ufficialmente la nascita del grissino: era il lontano 1668 quando Antonio Brunero, fornaio piemontese, fu invitato dal dottor Pecchio Di Lanzo, medico di casa Savoia, ad ideare un tipo di pane più leggero e facilmente digeribile. Brunero pensò bene di assottigliare la ghersa, il pane tipico di quel tempo, fino a ridurla ad un sottile bastoncino dalla crosta croccante che prese il nome di ghersin. La popolarità dell’antenato del grissino non tardò a fare il giro d’Europa tanto da spingere Napoleone Bonaparte a “reclutare” noti panificatori piemontesi che, vuoi per l’aria o per l’acqua di Parigi, non riuscirono a riprodurre in terra gallica i tanto agognati bastoncelli di pane: si rese necessario quindi organizzarne un invio quotidiano affinché fossero sempre presenti sul desco dell’imperatore. I grissini nel tempo ebbero un successo sempre maggiore. Anche Maria Luigia, per esempio, non poteva farne a meno: leggenda vuole che le furono serviti sbriciolati nel brodo alla nascita del Re di Roma nella tasse de l’accouché – tazza della genitrice – una pregiata tazza che Napoleone le donò per la lieta occasione. Oggi il grissino, artigianale o industriale, spopola come apri pasto su gran parte delle tavole dei ristoranti d’Italia: da sgranocchiare “nudo” o intinto nelle salse, da avvolgere con una fetta di prosciutto o con un formaggio spalmabile, è pur sempre un friabile passatempo. Ma qual è il grissino più buono del reame? Siamo convinti che quelli sfornati da Accursio Craparo, chef neo stellato del ristorante La Gazza Ladra di Modica (Rg), siano il non plus ultra in fatto di ghersin: dal colore delicatamente mielato, arrendevoli al palato e straordinariamente aromatici rappresentano una delle molteplici sorprese della cucina di Accursio.
 

Francesco Pensovecchio
Marina V Carrera