Numeri Marzo 2008
I RISTORANTI DEL CUORE La Licata del buon gusto
"La Madia" di Pino Cuttaia e "L’Oste e il Sacrestano" di Giuseppe e Chiara Bonsignore, sono i locali scelti da Cronache di gusto per rappresentare la provincia di Agrigento. Due luoghi diversi che hanno in comune

La Licata
del buon gusto
I ristoranti del cuore adesso li raccontiamo. Da questo numero dedicheremo un articolo ai 20 locali che abbiamo selezionato lo scorso numero di cronachedigusto.it come quelli che amiamo di più. Comincia Francesco Pensovecchio a narrarci i ristoranti del cuore della provincia di Agrigento.
Licata è davvero avanti a tutti? E se sì, perché proprio Licata? Come sempre la ragione non è

Ed a Licata, chiederete voi, cosa è successo invece? Bene, i fatti sono che a Licata lavora lo chef più bravo dell’Isola. Sì, Pino Cuttaia è molto bravo. Dannatamente bravo. Il più bravo. Pino ha avuto la fortuna di crescere professionalmente altrove. Alcuni direbbero, mimando un gesto inequivocabile, “se l’è fatto tanto così”, poi è tornato in Sicilia.
I cromosomi giusti Pino li ha di certo sin dalla nascita; fuori Sicilia avrà imparato a far correre la fantasia liberamente, a utilizzare la più raffinata tecnica di cucina e l’arte per valorizzare appieno la materia prima, ad avere attenzione e considerazione per il cliente, a creare la giusta atmosfera per essere gratificati da un bel, oltre che eccellente, pasto.
Nel trovarsi di fronte un piatto de La Madia, l’avventore ha la “concreta”, “reale” percezione che in cucina avvengono delle cose straordinarie; non per caso o per

Poi, incredibile, come a fare da contrappeso all’estro creativo di un grande chef, ecco una coppia di giovani appassionati cimentarsi in un locale a misura d’uomo. Aderenti alla tradizione, e senza la paura di giocare con un pizzico di creatività, Giuseppe e Chiara Bonsignore organizzano una trattoria da 25 coperti, rispolverando piatti dimenticati, pezzi di tradizione e ricette della zia e della nonna, in un remix personale. Poche ma buone le bottiglie della carta vini, qualche perla dei Presìdi di Slow Food. D’altra parte il nome stesso, “l’Oste e il Sacrestano”, richiama a territori sensoriali dove il quasi sacro e il profano si mescolano. La “poesia dell’oste” è una tagliatella cotta direttamente in padella con gamberi rossi e brodo di cicale, cime di rapa e un pizzico di zafferano. Il “Castello” è un trancio di pesce spada e mousse di patate, su crema di peperoni arrosto e ristretto di balsamico e timo. “Mizzica!” è un tortino di melanzane grigliate con ricotta fresca lavorata con basilico, infornato, con elisir di pomodoro piccadilly, origano e aglio. Si sta bene. Ci si sente coccolati. Il vino è buono, i bicchieri sono quelli giusti. Si ha voglia di tornare.
Ecco la Licata del buon gusto!
Francesco Pensovecchio
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