Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 186 del 07/10/2010

IL CONGRESSO Igiene incompreso

07 Ottobre 2010
uova uova

IL CONGRESSO

La maggior parte delle infezioni alimentari si contraggono tra le mura domestiche. Sotto accusa la scarsa attenzione nella conservazione degli alimenti: sotto accusa tiramisù, uova e carne di pollo

Igiene incompreso

Quando i pericoli arrivano dalla cucina di casa. Sono dimezzate le infezioni alimentari per i cibi consumati in ristoranti e alberghi, mentre rimane sempre alta la quota di quelle casalinghe, pari a circa il 60% secondo le stime, contro il 40% delle tossinfezioni in luoghi pubblici.

Sotto accusa tiramisù, uova, carne di pollo e la cattiva conservazione dei cibi nei frigoriferi casalinghi. A sollevare il problema sono i medici igienisti, riuniti a Venezia per il 44esimo congresso della Società italiana di igiene (Siti)
”In questi ultimi 5-10 anni in Italia i casi di malattie legate all’alimentazione, come tossinfezioni e salmonellosi sono calate del 50% a livello pubblico, cioè per prodotti mangiati nei servizi di ristorazione”, spiega Vittorio Carreri, medico igienista della Siti. Ma nonostante il buon risultato, le difficoltà non mancano. ”In Italia – continua – ci sono circa 200 dipartimenti di prevenzione e in ognuno di questi c’è un servizio di igiene e sicurezza alimentare, i Sian, dove in totale vi lavorano 30mila operatori, ma l’organico in questi ultimi 10 anni si è ridotto del 50%. Così riusciamo a garantire il servizio minimo indispensabile, e se le cose non cambieranno, i rischi potranno aumentare”.
I pericoli invece rimangono sulle tavole di casa, dove si hanno la maggioranza delle malattie alimentari, il cui spazio dunque aumenta in proporzione rispetto a quello delle tossinfezioni pubbliche, perchè spesso non si rispettano elementari norme di igiene e i casi di infezione, anche non riconosciute, sono più00 frequenti. ”Il tiramisù – rileva Elena Alonzo, coordinatrice del gruppo di lavoro alimenti della Siti – è uno dei cibi chiamati in causa più spesso, così come le uova e la carne di pollo, che veicolano la salmonellosi. Tra gli sbagli più frequenti a casa quello di conservare in frigorifero, spesso a temperature sopra i 4°, i cibi tutti insieme, magari scoperti, per più giorni. Così nascono le tossinfezioni”. Che magari non vengono neanche riconosciute. ”Spesso i casi di diarrea e mal di stomaco – continua Alonzo – che si hanno senza apparenti ragioni sono proprio causati da questo”. Due gli errori più frequenti commessi in cucina: le contaminazioni crociate e le manipolazioni errate. ”Nel primo caso ad esempio – precisa – si fa a pezzetti il petto di pollo sul tagliere, su cui subito dopo si taglia la verdura, che così può essere contaminata dalla salmonella. Il secondo caso si ha quando raffreddati, ci si tocca prima il naso e poi l’alimento, contaminandolo”. E poi, accusa il medico, ”molti operatori pensano di essere a posto – aggiunge – se indossano i guanti di lattice, con cui magari maneggiano anche altri oggetti che non siano il cibo, o usano lo stesso strofinaccio per asciugarsi le mani e pulire i ripiani”.
A livello di prevenzione c’è però ancora tanto da fare, vista anche la resistenza delle regioni a spendere i fondi destinati a questo settore. ”Per la prevenzione collettiva vengono destinati il 5% dei fondi – conclude Carreri – ma ne sono spesi mediamente il 3,5%. Il nuovo piano triennale per la prevenzione 2010-2012, approvato nei mesi scorsi in sede di conferenza Stato-Regioni , dovrà essere recepito dalle Regioni entro il 31 dicembre di quest’anno, e il finanziamento assegnato prevede 200 milioni da parte dello Stato e 200 dalle Regioni”.

Elena Mancuso