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Tutti a tavola

L’arte ispira la cucina

28 Luglio 2011
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Su Cronachedigusto.it le ricette di Francesco Sposito, chef del ristorante a conduzione familiare La Taverna Estia a Brusciano (Napoli)

La cucina moderna si fa ispirare dall’arte ed i piatti diventano, così, dei dipinti da assaporare.

Ecco presentata la cucina del giovane e pluripremiato Francesco Sposito, chef del ristorante a conduzione familiare La Taverna Estia a Brusciano in provincia di Napoli e nuovo volto della rubrica “Le ricette degli chef” di Cronache di Gusto.
La scelta del territorio, la sfida anzi, dopo dodici anni di sacrifici sta dando a Francesco, ventisettenne, insieme al fratello Mario di appena tre anni più anziano, molte soddisfazioni. Lo confermano i riconoscimenti della stella Michelin nel 2007 e nel 2010 il premio “Miglior chef italiano” nella guida del Gambero Rosso. Il segreto e la filosofia della cucina degli Sposito è “riportare la tradizione nel piatto sotto forme e consistenze differenti cercando di esaltare alla massima potenza i sapori”. Esaltare il gusto delle preparazioni non trascurando la presentazione del piatto: “I piatti di mio fratello – racconta Mario Sposito, che si occupa della sala – assomigliano a dei dipinti. Spesso si lascia trasportare anche dalle pitture della mia fidanzata che ha esposto alcune sue opere in sala”. Un esempio? “Naturalismo di parmigiana – racconta prontamente Mario Sposito -. Una melanzana nel piatto che alla vista sembra intera ed in realtà conserva in sé una parmigiana con alle spalle cinque ore di lavorazione”.
Il segreto del successo, dunque, non può che stare nella pazienza e nell’amore che questi giovani mettono nel loro lavoro. Prova nei sia il fatto che, banditi dalla cucina i semilavorati, la famiglia Sposito pensa anche alle conserve dei prodotti che, poi, possono essere sfruttati quando la natura non li produce. “Per il resto – dice il maggiore dei fratelli Sposito – abbiamo i nostri fornitori fidati da dodici anni e scegliamo sempre di utilizzare elementi stagionali e per lo più a chilometro zero”.

Piera Zagone